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Così il referendum ridisegna il Kazakistan

Limiti al Capo dello Stato, il ruolo del Parlamento, l’abolizione della pena di morte e il ripristino della Corte costituzionale. Così cambia il Paese asiatico attraverso il voto. Sarà davvero la fine dell’era Nazarbayev?

Nel referendum di ieri (5 giugno) in Kazakistan, più della metà degli elettori hanno approvato una sostanziale riforma della Costituzione. La Commissione elettorale nazionale kazaka ha confermato che il referendum ha raggiunto il quorum necessario per la validazione, con un’affluenza del 68% degli elettori. Di questi, circa il 77% delle persone che hanno votato ha dato il consenso alla riforma.

La riforma approvata dal referendum propone 56 emendamenti per modificare 33 articoli, circa un terzo di quelli dell’intera Costituzione. La consultazione riguarda emendamenti di interesse collettivo, che indicano una svolta nel Paese: i limiti del potere del Capo dello Stato, il ruolo del Parlamento e degli organi di rappresentanza locali, l’abolizione della pena di morte e il ripristino della Corte costituzionale. Un vero cambiamento che avvia la fine di un’era, quella segnata dai 30 anni di mandato dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev.

Tra le modifiche accettate c’è anche il divieto per il Capo dello Stato di appartenere ad alcun partito politico e l’impossibilità di annullare le decisioni dei capi esecutivi regionali e locali. Inoltre, sarà vietato che familiari vicini al Capo dello Stato occupino incarichi politici o di leadership in qualsiasi ambito del settore pubblico. È previsto un aumento dei poteri e l’influenza della Camera bassa e del Senato.

“Cari compatrioti, insieme costruiremo un Kazakistan nuovo e giusto”, ha dichiarato il presidente Kassym-Jomart Tokayev. “Oggi è una giornata storica per il nostro Paese. I cittadini stanno prendendo una decisione fatidica”.

Vitali Voronov, membro della Commissione di diritti umani della presidenza kazaka, ha dichiarato che i risultati della consultazione di ieri dimostrano la fiducia del popolo kazako nell’attuale presidente e le autorità. Molti elettori, secondo lui, sperano in un cambiamento reale nella vita quotidiana grazie alla riforma costituzionale.

Il giornalista Aslan Sydykov ha spiegato all’agenzia AdnKronos che “formalmente Tokayev sta cedendo parte dei suoi poteri al Parlamento, ma così facendo acquisisce legittimità agli occhi della popolazione e rafforza il suo potere. La natura reale dello Stato non cambia. Resta un regime autoritario”. Per alcuni analisti, le riforme hanno la missione di voltare pagina sull’eredità politica di Nazarbayev come “primo presidente”, titolo che andrà via dalla nuova Costituzione. Tokayev è alla guida del Kazakistan dal 2019 e la sua gestione sembra volere puntare sul settore della costruzione per la ripresa economica dopo la pandemia.

Da un mese, Tokayev confidava nel successo del referendum per calmare le tensioni sociali scoppiate a gennaio, quando sono morte 240 persone altre 4600 sono rimaste ferite in proteste scoppiate a seguito di alcuni scandali di corruzione e contro i privilegi dell’élite politica ed economica. Da quel momento, il presidente ha cercato di staccarsi dalla figura di Nazarbayev, licenziando politici e familiari dell’ex mandatario.

I cambiamenti in corso in Kazakistan sono di interesse per l’Italia, perché è il secondo cliente globale e l’ottavo fornitore del Paese asiatico, con più di 250 aziende operanti in loco. Il voto potrebbe sbloccare una trasformazione economica molto vantaggiosa per i partner economici e commerciali e aprire una strada alternativa nella logistica tra la Cina e l’Europa.



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