Skip to main content

Il dietrofront di Abramovich su Putin e sulla guerra

Gli avvocati dell’oligarca russo, sanzionato dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, hanno confermato che l’imprenditore non sostiene la guerra del leader del Cremlino in Ucraina. L’esclusiva di Eu Observer

Uniti nella buona e nella cattiva sorte? Il legame tra Roman Abramovich e Vladimir Putin non è un matrimonio e sembra arrivato il momento in cui l’imprenditore russo prende le distanze dal leader del Cremlino.

Gli avvocati di Abramovich avrebbero confermato ai funzionari dell’Unione europea che il loro cliente non sostiene la guerra dell’amico Putin in Ucraina, secondo una nota esclusiva del sito Eu Observer, specializzata in notizie sui Paesi europei.

Da metà marzo i privilegi di Abramovich sono finiti, almeno sul territorio europeo e quello americano. Recentemente, il governo americano ha ottenuto un ordine per il sequestro di due jet posseduti o controllati da Abramovich, un Boeing 787-8 Dreamliner e un Gulfstream G650ER, secondo i documenti rilasciati dall’ufficio del procuratore degli Stati Uniti di Manhattan. I due velivoli erano entrati in territorio russo all’inizio di quest’anno, in violazione delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

In Europa, il nome dell’oligarca è entrato nella lista di centinaia di russi sottoposti a congelamento dei beni e divieto di visto dall’Europa per i loro ruoli nella guerra. L’Unione europea ha citato Abramovich per i suoi “lunghi e stretti legami con Vladimir Putin”. Ma lui ha portato in giudizio una serie di giornali britannici e l’editore americano Harper Collins perché hanno sostenuto che lui è un insider del regime russo. Ugualmente, sta facendo causa al Consiglio europeo per cercare di annullare le sanzioni.

EU Observer ha preso visione dei documenti consegnati dallo studio legale belga, il Daldewolf con sede a Bruxelles, nei quali si chiede ai funzionari dell’Unione europea a Bruxelles di cancellarlo dalla lista dei sanzionati. La strategia di difesa è che Abramovich ormai si è allontanano da Putin.

Il testo “lo dipinge anche come un negoziatore salvavita con l’Ucraina e accusa l’Ue di ripetere attacchi ‘antisemiti’”, si legge sul EU Observer. “Dopo l’acquisto del Chelsea Football Club – hanno scritto gli avvocati, secondo la pubblicazione -, il signor Abramovich è diventato uno dei più famosi uomini d’affari russi. È tuttavia sbagliato tradurre questa fama in coinvolgimento o influenza in Russia”. “Il signor Abramovich non ha mai espresso sostegno alla politica della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina”, hanno aggiunto.

I legali sottolineano che il patrimonio di Abramovich è stato creato prima dell’arrivo di Putin al potere e l’imprenditore lavorava soprattutto all’estero. Quando aveva 21 anni, cominciò con l’azienda di giocattoli per bambini “Yют”. Il suo “family office” era a Londra, dove ha pagato circa 41 milioni di sterline di tasse nel 2019-2020.

In allegato, c’è anche una lettera firmata dal parlamentare ucraino, David Arkhamia, coinvolto nei negoziati per la pace, che conferma il ruolo di Abramovich per evacuare 400.000 civili.

Per la cancellazione di Abramovich dalla lista nera dell’Ue è necessaria l’approvazione dei 27 Stati membri. Ma l’impresa sarà ardua perché i miliardari russi non stanno trovando orecchie comprensive a Bruxelles sull’aggressione di Putin in Ucraina, secondo quanto riferito da alcune fonte diplomatiche a EU Observer.



×

Iscriviti alla newsletter