Skip to main content

Cambia l’Europa dopo le elezioni in Francia? Rispondono Gressani e Darnis

Quella della sinistra è una vittoria “storica ma relativa”, dice il direttore de Le Grand Continent. Secondo lo storico, in sede Ue assisteremo a una “sostanziale continuità” nelle politiche di Macron. Occhi puntati sul secondo turno

La vittoria della sinistra in Francia? “Storica ma relativa”, risponde Gilles Gressani, direttore de Le Grand Continent, a Formiche.net. “Le legislative arrivano dopo le presidenziali e sono caratterizzate da quello che i politologi chiamano un effetto maggioritario: il presidente chiede e ottiene una maggioranza per governare”, spiega. “Ma per la prima volta dal 2002 la coalizione del presidente eletto non si impone al primo turno. Attenzione, però. Emmanuel Macron dovrebbe comunque avere una maggioranza. La domanda è: sarà assoluta (più di 289 deputati) o relativa?”, si chiede guardando al secondo turno della prossima settimana.

La vittoria della sinistra è “particolarmente interessante”, spiega Gressani, in quanto “sembra contro-ciclica e inaugura una nuova dinamica in uno scenario di intensa ricomposizione politica. Dopo le legislative, tolte le europee, per i prossimi quattro anni non si voterà più in Francia. Si tratta di un tempo lunghissimo che vedrà l’emergenza di lotte intestine alla macronia e alla France Insoumise”. Infatti, il presidente non potrà più essere candidato mentre Jean-Luc Mélenchon ha annunciato che non si ripresenterà vista l’età.

E parlando di età, Gressani nota un altro aspetto delle elezioni: il 70% di chi ha meno di 35 anni si è astenuto. “Una generazione extraparlamentare”, la definisce.

In Europa dobbiamo aspettarci una “sostanziale continuità” delle politiche di Macron “in quanto la sinistra non sembra in grado al ballottaggio di conquistare una maggioranza anche relativa”, sostiene Jean-Pierre Darnis, professore di Storia contemporanea all’Università Luiss di Roma e all’Université Cote d’Azur di Nizza. Assisteremo probabilmente a certa dialettica interna su questioni economiche e sociali, ma non su quelle europee. “C’è grande consenso”, prosegue, “anche sulla posizione di Macron nel contesto della guerra in Ucraina, che è stata da subito molto esplicita a favore di Kiev e contro Mosca, malgrado alcune aperture sul non umiliare la Russia”.

Pensando al secondo turno, Darnis chiosa: se Macron dovesse conquistare la maggioranza relativa cercando l’intesa con forze politiche, anche di destra classica, ciò “potrebbe non essere un problema in chiave europea e nel contesto di ricerca di coalizioni nel Parlamento europeo e al Consiglio europeo”.


×

Iscriviti alla newsletter