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Cosa rivela di Mosca il crollo di Yandex, il Google russo

È considerato il gioiello tecnologico del Paese. Anzi, era. La guerra contro l’Ucraina lo ha praticamente ridotto, in pochi mesi, a un cumulo di macerie. Il commento di Giuseppe Pennisi

Pochi in Europa occidentale utilizzano quello che dal 1997 è considerato il gioiello tecnologico della Federazione Russa: Yandex. Si dovrebbe dire “era” perché la guerra scatenata contro l’Ucraina lo ha praticamente ridotto, in pochi mesi, a un cumulo di macerie: l’amministratrice delegata Elena Bunina (che prima di ricoprire per cinque anni questo incarico era uno dei docenti più apprezzati della facoltà di matematica dell’università di Mosca), in aprile ha preso un volo per Tel Aviv ed ora è residente di Israele; 2.400 dipendenti (un sesto del totale ed in gran misura ai livelli e ai gradi elevati) hanno preso la strade dell’emigrazione, il suo fondatore Arkady Volozh (anche lui proveniente dal mondo accademico) e i suoi più stretti collaboratori hanno dato le dimissioni da quando la nuova normativa sull’informazione prevede 15 anni di prigione a chi chiama “guerra” l’operazione “militare speciale” in corso in Ucraina e anche di più a chi pubblica e diffonde notizie “contrarie all’interesse della Grande Patria Russia”.

Ora Yandex pare sia sull’orlo del fallimento, anche se sembrava sino a pochi mesi fa una delle perle più pregiate della tecnologia del Paese: 50 milioni (se non di più) utenti nella Federazione Russa, varie succursali in Asia centrale (per esempio, Kazakistan) ed in Africa (ad esempio, in Costa d’Avorio ed in Senegal), porte d’ingresso in Europa tramite la Norvegia. Ed anche importanti contratti di servizio con università americane.

Sino a venerdì scorso era quotata al Nasdaq: la quotazione è stata sospesa di fronte al crollo del valore delle sue azioni ed al timore di una procedura di fallimento.

Ma che cosa è Yandex?

Nasce come un motore di ricerca modellato su Google, ma plasmato per una clientela russa. I russi sono bravi in matematica e non hanno una vera e propria normativa sulla concorrenza. Nel giro di pochi anni, è diventato un conglomerato che, per dare un’idea, incorpora le funzioni di Google, con quelle di Amazon, Uber e Spotfy. Ha anche un ramo puramente industriale che produce robot: la mensa dell’Ohio State University a Columbus (quella di Goodbye Columbus di Philip Roth che ha appassionato generazioni di americani e europei), è servita da robot prodotti da Yandex ed al momento dello scoppio della guerra erano in corso trattative con altre 250 università statunitensi.

Difficile immaginare quale sarà la prossima puntata. Il motto di Yandex per anni è stato: “Se vuoi sapere la verità cercala su Yandex”. Ora pare che sia, per i pochi russi che parlano di queste cose: “Se non vuoi sapere la verità, rivolgiti a Yandex”.

Non è un buon augurio.

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