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La super-maggioranza del partito liberaldemocratico, l’ultimo sogno politico di Abe

Con la vittoria elettorale si accelera la riforma costituzionale sul sistema di difesa giapponese. La scomparsa dell’ex premier lascia anche un vuoto politico e offre un’opportunità al primo ministro Kishida

 

Vittoria del Partito liberaldemocratico al governo, in un Giappone in lutto per l’omicidio dell’ex premier Shinzo Abe. All’indomani del voto parziale per la Camera giapponese, il primo ministro Fumio Kishida ha assicurato che intende utilizzare la maggiore forza parlamentare a sua disposizione per portare a termine il principale obiettivo politico di Abe, assassinato venerdì, cioè la riforma della Costituzione e, in particolare, dell’articolo 9 che vieta al Giappone di detenere forze armate: “Intendo aumentare gli sforzi per arrivare a una proposta di revisione il prima possibile”.

Grazie al risultato del voto di ieri, che comporta la rafforzata maggioranza al suo partito, Kishida potrebbe dare un’accelerazione all’idea di riformare la Costituzione del 1947, che fu di fatto imposta dalle forze d’occupazione americane al Giappone, ma che poi fu accettata dalla maggioranza dei giapponesi. La “Dottrina Yoshida” riguarda l’impostazione politica dettata dal premier del dopoguerra Shigeru Yoshida, che consentiva al Giappone di concentrarsi su crescita e sviluppo, delegando di fatto la sua sicurezza agli Stati Uniti.

La riforma proposta dal Partito liberaldemocratico prevede un emendamento all’articolo 9 della Costituzione che faccia un esplicito riferimento alla Forze di autodifesa giapponesi autorizzandone di fatto la loro funzione di apparato militare del Paese. Kishida ha precedentemente dichiarato di voler raddoppiare in cinque anni il budget militare passando dall’1 al 2 per cento del Pil.

Per il think tank Council on Foreign Relations (Cfr), la vittoria di ieri consente al partito di Kishida di perseguire l’obiettivo di lunga data di Abe sulla riforma costituzionale. Ma i giapponesi sono combattuti “dalla prospettiva di una riforma che richiederebbe l’approvazione in un referendum nazionale per entrare in vigore. Kishida ha detto che spera che un dibattito parlamentare aiuti a chiarire la questione al pubblico”.

Sheila A. Smith del Cfr ricorda che Abe non si è risparmiato nei suoi sforzi per proiettare una forte identità nazionale per il Giappone e per rafforzare le difese del Giappone e sostenere una revisione della sua Costituzione del dopoguerra. Eppure, è prevalso il suo metodo pragmatico: “L’ex premier passerà alla storia per il suo impegno senza riserve per assicurarsi che il Giappone fosse preparato per la geopolitica in rapida evoluzione che ne ha sfidato il successo postbellico”.

La scomparsa di Abe lascia un grande vuoto, sottolinea il settimanale The Economist: “La sua fazione non ha un chiaro successore e nessun altro nell’ala conservatrice del Partito ha la statura per raccogliere il suo lascito. Questo, insieme alla vittoria dei liberaldemocratici alle elezioni della Camera alta, lascia a Kishida ampio spazio per operare”.

(Foto di Anthony Quintano)



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