Le dimissioni di Draghi viste dall’estero. Le preoccupazioni di Goldman Sachs, i rischi finanziari ipotizzati da Ubs, l’allarme di Ian Bremmer e il malcontento del New York Times per la possibile uscita di scena del “titano d’Europa”
C’è un mondo fuori da Palazzo Chigi. Banche, giornali, istituzioni economiche estere che hanno commentato la possibile uscita di scena di Mario Draghi, ultimo atto dei “capricci della politica italiana”, per dirla con Goldman Sachs. Chi si è limitato a riportare la notizia, chi ha elogiato l’operato del “titano d’Europa” e chi, dall’esterno, ha cercato di ipotizzare i possibili scenari di una crisi politica esplosa tra le inquietudini energetiche e uno scacchiere geopolitico incerto e delicato.
Goldman Sachs, dopo le sarcastiche premesse, ha analizzato la situazione d’incertezza che regna a Roma in seguito alla decisione del premier di farsi da parte e all’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha congelato le dimissioni. “La frammentazione è un tema in crescita in Europa, l’Italia sta facendo perno a destra e questo, di per sé, comporta dei rischi”, ha spiegato la banca d’affari americana, che alla fine dello scorso maggio aveva scommesso contro l’avvento del centrodestra al governo a favore di un Draghi bis nel 2023. “Aspettatevi un rimbalzo del rischio italiano, ma il quadro generale è che senza Draghi alla guida dell’Italia ci sono molte potenziali preoccupazioni”.
Il politologo statunitense Ian Bremmer, fondatore e presidente di Eurasia Group, ha riconosciuto la coerenza dell’ex presidente della Bce, “rimasto fedele alla sua parola affermando ripetutamente che non sarebbe andato avanti se il M5s fosse uscito dalla coalizione”. Secondo Bremmer “è improbabile che il tanto atteso discorso di Draghi venga programmato prima di mercoledì, il che significa che l’Italia è stata lasciata in subbuglio politico e senza il pacchetto di aiuti di cui gli italiani hanno un disperato bisogno per alleviare l’impatto della crisi energetica”.
“Un mese fa”, ha aggiunto il capo di Eurasia Group, “il M5s è stato sul punto di rompersi e di allontanarsi dalla coalizione a causa dello scetticismo sul sostegno dell’Italia all’Ucraina. E la settimana prima il partito Fratelli d’Italia, di estrema destra, ha vinto alla grande le elezioni locali. La loro dimostrazione di forza indica un possibile cambiamento nel tenore politico a livello nazionale”.
È stato Jason Horowitz, sul New York Times, a definire il premier dimissionario un “titano d’Europa”. E ha proseguito, in lode a Draghi: “La promessa della sua mano ferma al volante ha aiutato l’Italia a ricevere più di 200 miliardi di euro dall’Europa, una somma che ha dato al Paese le migliori possibilità di modernizzazione degli ultimi decenni. Draghi ha portato una crescita moderata, ha apportato riforme al suo sistema giudiziario e al codice fiscale, ha snellito la burocrazia italiana e ha trovato diverse fonti di energia lontano dalla Russia, comprese le rinnovabili”.
Ubs, colosso svizzero di servizi finanziari, ha affrontato la precarietà parlamentare dell’Italia dal punto di vista dei mercati. “L’incertezza politica italiana potrebbe essere importante per i mercati, perché arriva un attimo prima che la Bce sveli piani dettagliati per intervenire sui mercati obbligazionari. E la volatilità delle obbligazioni italiane potrebbe essere una complicazione”. Conseguenze, ripercussioni e contraccolpi dei “capricci della politica italiana”.