Da Mosca
In attesa del 12 giugno quando Mosca dovrebbe essere teatro dell’ennesima azione anti governo, il il parlamento russo ha approvato a maggioranza assoluta la terza e definitiva lettura la legge che prevede nuove e più dure sanzioni per i partecipanti a manifestazioni di piazza non autorizzate. L’unico risultato della cosiddetta strategia “italiana” scelta da qualche tempo dalle opposizioni parlamentari è stato quello di trascinare per 11 ore il dibattito sulle circa 400 proposte di modifica della legge. Vista la maggioranza cui gode Russia Unita la manovra poteva soltanto rinviare e non impedire la nascita della legge che ha infatti ricevuto il si di 241 deputati e il voto contrario di 147 rappresentanti dell’opposizione.Tanti soldi o lavori coatti per chi manifesta senza permessoSecondo quanto scrivono le agenzie russe il provvedimento punisce chi organizzi o partecipi a manifestazioni non autorizzate con sanzioni che vanno da 5mila a 300mila rubli, da 125 a 7200 euro, o in alternativa 200 ore di lavoro coatto. Pugno più duro invece con gli ideatori degli eventi. In futuro le menti degli scomodi meeting che da dicembre percorrono in vari modi le strade delle maggiori città federali potrebbero pagare multe fino a un milione di rubli, 25mila euro. Le opposizioni parlano di limitazioni della libertà costituzionali. Un giudizio questo condiviso anche da Alexej Kudrin. Mercoledì il sito del Comitato per le iniziative civiche, organizzazione guidata dall’ex ministro delle finanze, bollava il provvedimento come “violazioni dei principi su cui si regge lo stato di diritto”, ironizzando inoltre su alcuni dei suoi riflessi più paradossali.
Conseguenze paradossaliDa oggi in avanti sarà infatti possibile addossare agli organizzatori responsabilità per i comportamenti di manifestanti ubriachi. Altrettanto potrebbe avvenire nel caso in cui agli incontri di piazza dovessero presentarsi più persone di quelle annunciate al momento della richiesta di autorizzazione, oppure se la densità della folla dovesse essere maggiore di quanto stabilito dalla legge. Tra i tanti cavilli normativi previsti vi è la possibilità di perseguire le “passeggiate di controllo” con cui a metà maggio migliaia di cittadini di Mosca hanno espresso il proprio dissenso armati del solo fiocco bianco simbolo della protesta iniziata con i brogli alle legislative dello scorso dicembre. Gli organi della giustizia russa possiedono ora uno strumento che di fatto cancella la libertà di manifestare, mettendo anche in discussione il diritto dei media a informare in anticipo sui meeting. Secondo il deputato di Russia Giusta Dimitry Gudkov, con questa legge le autorità potrebbero bloccare persino cortei nuziali.
Al contrario Dimitry Medvedev ritiene le norme delle semplici “misure dissuasive”. In una sorprendente intervista qualche giorno fa il premier russo ha definito inconcepibile che chi viola la legge riceva una pena mite di modo che il giorno dopo possa tranquillamente tornare a violarla. Anche i media russi si dividono. Quelli più vicini al Cremlino oltre a riportare sondaggi secondo i quali la maggioranza dei moscoviti sarebbe favorevole al provvedimento ritengono prova di liberalismo il fatto che la discussione parlamentare abbia permesso di addolcire le sanzioni più dure. Al contrario vi è chi ritiene il provvedimento la quintessenza della nuova presidenza: arbitrio ammantato di formalismo giuridico.