La percentuale di simpatizzanti del Nuovo Polo è il 35% della popolazione, secondo l’indagine di Lorien Consulting presentata a Todi a fine gennaio. Cifra che cresce se si isolano coloro che hanno deciso di non votare alle ultime elezioni.
Il potenziale elettorato del nuovo schieramento ha votato negli ultimi anni meno della media Pd e Pdl, e più della media (oltre l’Udc) Idv e Lega Nord. Sono i cosiddetti non allineati, proprio quelli che permetterebbero il salto di qualità alla coalizione, che bocciano senza appello l’operato dell’opposizione ma soprattutto del governo. I potenziali elettori terzopolisti però, indicano la competitività tra i leader e le diverse eredità politiche, come i fattori che potrebbero minare il progetto
Una coalizione in cerca di autore? Non è esattamente così per gli elettori, che, ascoltati sul tema del Nuovo Polo per l’Italia dall’Osservatorio politico nazionale di Lorien Consulting, sembrano avere le idee abbastanza chiare su origine e destinazione di questo progetto politico, forse anche più degli esponenti che lo rappresentano.
Il “Terzo Polo”, “Primo Polo”, “Nuovo Polo”, “Polo di Centro”, “Polo della Nazione”, finalmente battezzato come “Nuovo Polo per l’Italia” raccoglie infatti un bacino di elettori compatto e identificabile, sia su basi demografiche che sociali. In una rilevazione condotta alla vigilia dell’assemblea nazionale dei parlamentari di Udc, Fli, Api, Mpa e Ld (che si è tenuta a Todi alla fine di gennaio) emerge uno scenario che restituisce significati alla nascita di questa coalizione, sia sul piano identitario che sul piano programmatico. Andiamo ad esaminarli.
L’area di attrattività
La percentuale di simpatizzanti del Nuovo Polo, coloro che danno un giudizio positivo alla sua nascita, è il 35% della popolazione. Cifra che cresce se isoliamo coloro che hanno deciso di non votare alle ultime elezioni che hanno coinvolto tutta la popolazione italiana, le Europee del 2009. Il bipolarismo sacrifica le idee e le culture politiche di una parte dell’elettorato, in maniera ancora più decisa se a contendersi il risultato non sono due poli ma due contenitori partitici. La crescita esponenziale dell’astensione che abbiamo conosciuto negli ultimi anni è infatti l’effetto della distanza tra la struttura politico-partitica italiana e i cittadini. Che di un tale bipolarismo/bipartitismo non hanno goduto neanche del suo principale effetto benefico, cioè la maggiore governabilità. I cinque anni di governo del centrosinistra (96-01) hanno conosciuto tre premier diversi, i cinque anni di governo del centrodestra (01-06) sono stati segnati dalla fuoriuscita dell’Udc dalla coalizione di centrodestra e da due governi diversi, il secondo governo Prodi è stato impallinato da una maggioranza risicata, e ora assistiamo al fallimento della maggioranza più ampia della storia della Repubblica.
Il Nuovo Polo rappresenta dunque una chance per ritornare a discutere di politica e di politiche per circa il 30% degli elettori, che potrebbero prenderlo in considerazione alle prossime elezioni. È bene sottolineare che la somma dei singoli bacini elettorali dei partiti che lo compongono supera questa quota. Attualmente il bacino elettorale dell’Udc è del 21%, quello di Fli è del 19%, mentre quello di Api si aggira attorno all’8%. Complessivamente la percentuale che prende in considerazione almeno uno dei tre partiti-guida della coalizione è del 35%, perdendo fisiologicamente qualche punto percentuale nell’ipotesi di un progetto unitario, ma guadagnando in compattezza del potenziale elettorato. Se questa coalizione si presentasse alle elezioni, con uno scenario dunque tripolare, raccoglierebbe circa il 16% delle preferenze, una percentuale che va oltre la somma delle intenzioni di voto per i singoli partiti, e che avrebbe l’effetto di ridurre anche la percentuale di indecisi al voto e astensionisti, da oltre il 30% al 20% circa.
Un’offerta per una domanda disattesa
Prevalentemente uomini, in fascia attiva (25-64 anni), lavoratori del settore privato ad alta scolarizzazione. Un profilo ben definito, che si distribuisce soprattutto nel nord-est e nel nord-ovest, eterogeneamente nei piccoli come nei grandi centri. Si colloca per quasi il 90% tra centrodestra, centro e centrosinistra, ha votato negli ultimi cinque anni meno della media i due contenitori polarizzanti (Pd e Pdl), e più della media (oltre l’Udc) i due partiti di lotta e di governo a loro modo uguali e contrari, cioè Idv e Lega Nord. Oltre al Movimento a 5 stelle. Sono i cosiddetti non allinea- ti, proprio quelli che permetterebbero il salto di qualità della coalizione rispetto ai singoli partiti. E vanno a comporre un gruppo socio-politico che boccia senza appello l’operato dell’opposizione ma soprattutto del governo, del quale soffrono presumibilmente l’immobilismo. I potenziali elettori del Nuovo Polo per l’Italia cercano infatti una scossa: un nuovo governo di centrodestra senza Berlusconi, o le elezioni anticipate. Una soluzione, quest’ultima, che sarebbe comunque accolta a malincuore, in quanto, tra le priorità per il Paese, vengono indicate nell’ordine: credibilità istituzionale (62%), politiche di sviluppo (45%), rinnovamento della classe dirigente (36%), meritocrazia (34%) e concordia politica (21%). Praticamente un programma politico già pronto, a uso e consumo dei leader designati.
Uno schieramento coniugato al passato o al futuro?
Se la totalità dei cittadini ritiene che siano maggiori gli elementi che dividono i partiti del Nuovo Polo per l’Italia (55% crede siano di più gli elementi di divisione contro il 32%), la situazione si ribalta per i suoi potenziali elettori (61% contro il 36%). L’intero campione ritiene che il principale motivo unificante sia l’antiberlusconismo (43%), una percentuale che si abbatte tra gli elettori centristi (27%), i quali invece sottolineano, rispetto alla media nazionale, altre caratteristiche: i valori etici (37% contro il 12%), la responsabilità verso il Paese (33% contro il 28%), la moderazione (25% contro il 12%). Sui due principali elementi di divisione, invece, l’intero elettorato e l’elettorato centrista si trovano d’accordo: la competitività tra i leader e le diverse eredità politiche sono i fattori che attualmente separano i partiti e potrebbero minare il progetto, se non adeguatamente disinnescati. Tuttavia un’idea di leadership gli elettori terzopolisti ce l’hanno già. Casini è riconosciuto come leader e possibile candidato premier dal 38%, seguito da Fini con circa il 30% ed eventualmente Montezemolo con il 26%.
Una visione a doppio binario
Questo nuovo contenitore in fase di costruzione dovrà dunque agire necessariamente su un doppio piano, quello della contingenza, dell’oggi, delle emergenze e vicissitudini del day by day. E quello della visione di lungo periodo, per essere capace di proporre un modello di futuro condivisibile/atteso da una fetta consistente di elettori. Due tracciati paralleli e inscindibili per ridare al Paese quella credibilità istituzionale che manca in primis nei confronti dei suoi cittadini.
Neanche a dirlo, la problematica da risolvere con più urgenza nel Paese è l’economia. Così per l’84% di tutti i cittadini italiani, che diventa il 90% degli elettori centristi. Ma oltre il 40% dei cittadini e il 50% dei potenziali elettori del Nuovo Polo ritengono la giustizia una problematica impellente, molto più di istruzione, sanità, infrastrutture e trasporti, ambiente, energia e rinnovamento della classe dirigente. Sulle due questioni che quindi agitano di più, presupposto per la risoluzione di tutto il resto, le idee e le proposte sono abbastanza chiare, soprattutto per gli elettori della coalizione di centro. Incentivare il lavoro a tempo indeterminato (94%) azzeramento delle tasse per le imprese che investono in ricerca e sviluppo (84%), quoziente familiare (94%), sostegno alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione (85%), semplificazione della burocrazia e della procedure della Pa (86%), piena applicazione del principio di sussidiarietà (77%), introduzione della responsabilità civile per i magistrati (79%), informatizzazione e digitalizzazione dei tribunali (83%), revisione delle circoscrizioni giudiziarie e migliore distribuzione del personale amministrativo (93%), riforma ed estensione dell’intervento della magistratura onoraria (73%) sono solo alcuni dei suggerimenti provenienti in modo più compatto dalla base sulle due tematiche più sentite. Ma l’elettorato del Nuovo Polo non si dimostra unito (forse un po’ a sorpresa) anche su questioni più spinose, come l’introduzione di una legge sul testamento biologico (73%), sulla regolamentazione delle unioni civili (64%) e sul sostegno al ricongiungimento familiare per gli immigrati regolari (89%). Una serie di azioni essenziali per far tornare questo Paese alla normalità e alla contemporaneità.