Di cosa si parlerà nella sesta edizione del Festival di Bioetica, che si terrà il 27 e 28 agosto a Santa Margherita Ligure, organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica? Lo spiega Luisella Battaglia, presidente dell’Istituto italiano di Bioetica e organizzatrice del festival
La sesta edizione del Festival di Bioetica, 27/28 agosto, Santa Margherita Ligure, organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica, è dedicato quest’anno come al tema della responsabilità. Cosa vuol dire essere responsabili nel nostro tempo? Su quali fondamenti poggia il concetto di responsabilità? Parola chiave del presente e del futuro, con la sua correlazione di diritti e di doveri, e il suo rinvio etimologico alla “risposta”, al latino respondere, coinvolge una pluralità di ambiti, umanistici e scientifici, che sollecitano l’intervento della Bioetica, chiamata in causa proprio per la sua natura interdisciplinare e multidisciplinare. L’avventura della tecnologia con le sue imprese arrischiate fino all’estremo impone – ci ricorda uno dei massimi filosofi contemporanei, Hans Jonas – una riflessione spinta anch’essa fino all’estremo. L’etica ha ormai a che vedere con azioni che hanno una portata causale senza eguali, accompagnate da una conoscenza del futuro che, per quanto incompleta, va al di là di ogni sapere precedente. Per questo, i nuovi poteri dell’uomo, per la stessa loro ampiezza spazio-temporale, esigono una nuova idea della responsabilità.
Il confronto critico con l’avanzamento delle ricerche scientifiche e tecnologiche, l’aprirsi di uno scenario transumano e postumano, le nuove possibilità offerte dall’intelligenza artificiale e dalle sue molteplici applicazioni, le disuguaglianze crescenti generate dal processo di globalizzazione, con i costi economici e sociali che comportano, l’emergenza climatica con i suoi drammatici risvolti, la crisi epocale scatenata dalla pandemia e i suoi riflessi sul sistema sanitario, sono altrettante sfide che richiedono un agire responsabile per la costruzione di un futuro che tenga conto innanzitutto dei limiti della sostenibilità del pianeta. Proprio questa consapevolezza ci chiede di considerare, nella loro concretezza, le relazioni tra etica, politica ed economia, a partire dalle possibili pratiche reali. La crisi che stiamo vivendo ha evidenziato come l’imperativo della crescita senza limiti e condizioni sia uno dei fattori più importanti di instabilità economica. L’idea di sviluppo sostenibile contiene l’esigenza dello sviluppo insieme a quella relativa alla qualità degli investimenti e alla valorizzazione del ben-essere qualitativo delle persone, in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU nel 2013 che tengono conto delle sfide globali legate alla povertà, alla disuguaglianza, al clima, al degrado ambientale, alla prosperità, alla pace e alla giustizia.
Quanto alla sostenibilità ambientale, risulta necessario un cambiamento di paradigma ispirato ad un approccio sistemico e quindi sia ad un modello di crescita nel quale gli ecosistemi sono intesi come risorse ricostituibili nei limiti di cicli naturali, sia a un modello di economia circolare nel quale nasceranno nuove imprese e altre verranno meno, o saranno ridimensionate in base a criteri ecologici e sociali. Tale modello sarà tanto più forte ed efficace se sostenuto da una visione della Bioetica come disciplina capace di affrontare, secondo un approccio sistemico e globale, le grandi questioni morali relative alla vita in tutte le sue forme, in relazione con la sostenibilità ecologica e economica. Questa visione, supportata da un mutamento di paradigma nell’analisi dei fenomeni naturali, costituisce lo sfondo per l’elaborazione di ragioni morali proprie di una Bioetica planetaria capace di generare una “nuova alleanza” fra etica, politica ed economia.