L´immobilismo cui siamo di fronte ha superato anche il più edotto realismo, quello del principe di Salina. Parliamo ancora del decreto anticorruzione, ad oggi reso inerme tanto dal Governo quanto dal Parlamento.
Sul fronte delle proposte del Governo si assiste a una continua rinegoziazione al ribasso. Si è rinunciato alla possibilità di prevedere forti tutele e premialità per i dipendenti che denunciano atti illeciti, giustificando nei corridoi istituzionali tale scelta con la scusa secondo cui l´Italia non è pronta culturalmente ad accettare che i delatori siano visti come degli “eroi” piuttosto che come degli infami. Omertà e così sia.
É stato ridotto il termine (da tre a un anno) per l´incompatibilità e inconferibilità di cariche dirigenziali pubbliche. Secondo la nuova formulazione coloro che hanno ricoperto cariche elettiva potranno assumere cariche dirigenziali in un´altra amministrazione dopo un anno.
Sonni beati sono invece concessi a coloro che seppure candidati non sono stati eletti, i quali sono stati esclusi da questa norma. Come dire: poiché la propria cerchia di voti e conoscenze non è ancora matura, daremo loro l´opportunità di crearsela unitamente a tutti i potenziali conflitti di interesse che possono derivare dallo svolgimento di una carica pubblica.
E dulcis in fundo, è piuttosto incerto il destino delle disposizioni riguardo l´incandidabilità dei soggetti condannati anche con sentenza non passata in giudicato. Nel nostro Paese la tradizione è ciò che conta: a colazione il perdono, a pranzo un condono e per cena quel po´ che rimane dei tesori del Bel Paese, peccato però che i commensali non cambino mai così come la richiesta formale della fiducia, quella che si ipotizza possa esser richiesta dal Governo su questo decreto.
L´ironia sembra prendere amaramente il sopravvento, perché di saccenza non vorremmo peccare. Tuttavia, è doveroso ammonire ancora gli italiani sugli elementi del disastro, giacché non soltanto molte disposizioni sono state indebolite nel corso dei dibattiti ma si è anche entrati in un circolo vizioso che induce ad inserire in un decreto, che dovrebbe essere snello, norme spurie che potrebbero in seguito occupare gli spazi dell´azione politica. Questo atteggiamento sembra celare ancora una volta le richieste in perfetto stile “do ut des”, che poco ha a che fare con l´integrità.
Eppure “add´a passà a nuttata!” Quindi ottimisti aspettiamo che i nostri rappresentanti ci stupiscano, intervenendo in modo efficace e definitivo nel dibattito che proprio adesso si sta svolgendo in aula.
Marta Fana @martafana
Laureata in Economia Europea presso l´Università di Roma Tor Vergata. Ha conseguito il Master of science a Toulouse School of Economics e il Master of Art in Economics presso il Collegio Carlo Alberto di Torino