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Mosca e Pechino a braccetto sul campo. Parte l’esercitazione militare Vostok

Sono iniziate le operazioni congiunte di Russia e Cina per l’esercitazione Vostok che coinvolgerà circa 50mila militari. Per la prima volta da 2018 Mosca e Pechino, insieme a contingenti di altri Paesi, saranno insieme per addestrarsi alla difesa congiunta delle rotte marittime, coerentemente con la partnership senza limiti che li lega

Al via le esercitazioni militari Vostok 2022. Per la prima volta dopo circa quattro anni ci saranno sul campo, schierate fianco a fianco, le Forze armate russe e quelle della Repubblica popolare cinese. Insieme a loro anche i contingenti di India, Bielorussia, Mongolia e Tagikistan. A confermare lo schieramento e l’inizio delle manovre è stato il portavoce del ministero della Difesa di Pechino, Tan Kefei. “La partecipazione dell’esercito cinese all’esercitazione ‘Vostock-2022’ in Russia mira ad approfondire la cooperazione pragmatica e amichevole con le Forze armate dei Paesi partecipanti, migliorare il livello di cooperazione strategica tra tutte le parti partecipanti e migliorare la capacità di rispondere congiuntamente a varie minacce alla sicurezza”, ha spiegato il portavoce, ricordando infine che tali operazioni fanno parte di un più ampio accordo di collaborazione bilaterale in materia di Difesa.

Vostok 2022

Le esercitazioni Vostok si svolgeranno dal 30 agosto al 5 settembre in ben 13 diversi campi di addestramento militare orientale russo. Insieme agli altri contingenti, Mosca e Pechino punteranno a perfezionare “la difesa congiunta delle rotte marittime e delle aree di attività economica”, secondo quanto spiegato dal ministero della Difesa russo nei giorni scorsi. L’obiettivo dichiarato da Mosca è quello di garantire così la sicurezza militare. Già a luglio scorso la Russia aveva espresso l’intenzione di tenere le esercitazioni Vostok insieme a forze straniere, nonostante la difficile e onerosa guerra in Ucraina. Si tratta delle prime esercitazioni militari condotte dal Paese dal 2018, anno in cui si era tenuta l’ultima edizione di Vostok a cui la Cina aveva partecipato per la prima volta, nell’ambito di un accordo di cooperazione annuale bilaterale con Mosca che è ancora pienamente operativo. Le esercitazioni verranno supervisionate dal capo di Stato maggiore di Mosca, Valery Gerasimov, autore dell’omonima dottrina militare faro della strategia militare russa che applica il concetto di “guerra ibrida”.

Le forze in campo

Alle manovre prenderanno parte in totale circa 50mila militari che opereranno nel Mare Mare di Okhotsk, nel Mar del Giappone e nei territori del Distretto militare orientale russo, come hanno specificato i vertici della Difesa di Mosca. Non solo, a Vostok saranno impiegati anche 140 velivoli, 60 navi da guerra, vascelli e imbarcazioni per i rifornimenti. Sarà il distretto militare orientale russo ad occuparsi delle manovre militari, che includono parte della Siberia, sfruttando anche il quartier generale a Khabarovsk, vicino al confine cinese. Nel corso delle esercitazioni si svolgeranno diverse operazioni per rafforzare “la sicurezza militare della Federazione russa e dei suoi alleati nella zona di responsabilità del Distretto militare orientale”, come ha spiegato in questi giorni il ministero della Difesa russo.

Il sostegno di Pechino a Mosca, fin dall’inizio della guerra

La cooperazione salda tra Cina e Russia non è cosa nuova. Il sostegno diplomatico ed economico di Pechino a Mosca è rimasto infatti saldo anche durante i primi sei mesi di guerra in Ucraina. Proprio alla vigilia dell’invasione, i due Paesi hanno infatti rinsaldato quella che è stata definita dal Cremlino una partnership “senza limiti”, durante la visita di Putin di febbraio alla capitale cinese in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali. Una riconferma della solidità del legame bilaterale che unisce Cina e Russia è arrivata anche dalla mancata condanna da parte del Dragone delle operazioni di guerra in Ucraina, pur dichiarandosi al contempo favorevole ai colloqui di pace. Dall’inizio dell’anno i rapporti commerciali tra i due Paesi hanno infatti “mantenuto uno slancio di crescita”, secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero del Commercio, Shu Jueting. Nonostante le dure sanzioni imposte dall’occidente alla Russia dopo l’invasione illegittima dell’Ucraina, la Cina “continuerà a lavorare per promuovere i normali scambi economici e commerciali tra i due Paesi”, ha spiegato ancora Shu. La guerra non ha fermato nemmeno la cooperazione bilaterale nel settore energetico e dei combustibili fossili dal momento che a luglio la Russia si è riconfermata essere, per il terzo mese consecutivo, il primo fornitore di greggio della Cina, a scapito dell’Arabia Saudita.



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