Skip to main content

Il botta e risposta Scalfari-Monti sui poteri forti nel governo

Ieri nel consueto editoriale della domenica, il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari si è rivolto direttamente al presidente Monti e gli ha anticipato due domande che il giornalista gli porrà sabato prossimo a Bologna in occasione della “Repubblica delle idee”. Più un´osservazione su alcuni “poteri forti” che secondo il padre storico del quotidiano agiscono all´interno del governo, spesso in direzione ostinata e contraria allo stesso esecutivo.
 
Scalfari fa nomi e cognomi: “Alcuni ´poteri forti´ sono insediati fin dall´inizio nella struttura del governo stesso e quelli sì, remano sistematicamente contro la sua politica. Qualche nome per non esser generici: il capo di gabinetto di Palazzo Chigi, Vincenzo Fortunato; il sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà; il ragioniere generale del Tesoro, Mario Canzio, sono certamente abili conoscitori della Pubblica amministrazione, ma hanno un difetto assai grave: sono creature di Gianni Letta (Catricalà) e di Giulio Tremonti (Fortunato, Canzio). Sono sicuramente poteri forti e sono sicuramente contrari alla linea del governo come ogni giorno i loro comportamenti dimostrano”.
 
Questa mattina Monti risponde puntuale all´editoriale con una lettera a Repubblica in cui difende “i suoi uomini”: “Si tratta di qualificati funzionari dello Stato e nel decidere di avvalermi della loro collaborazione li ho valutati alla luce di quelle che, dopo attento esame, mi sono parse le loro caratteristiche di competenza, integrità, autorevolezza nell´esercitare le funzioni ad essi attribuite, lealtà. Lealtà allo Stato e alle linee programmatiche del Governo, non ad una ´mia´ parte politica (che, come è noto, non esiste)”.
 
Non si è fatta attendere la controreplica di Scalfari che oggi sempre su Repubblica continua a esprimere perplessità sulla “compatibilità” tra l´attuale governo Monti e i tre, prendendoli di nuovo ad esame uno per uno.
 


×

Iscriviti alla newsletter