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Cosa c’è dietro al rinvio del decreto sviluppo

Il provvedimento si farà, questo è sicuro, assicurano i collaboratori del ministro Corrado Passera. Anche se oggi il viceministro all´economia smorza le polemiche, parlando di “grande collaborazione e spirito d´intesa”, i retroscena dello stop al decreto sviluppo nel consiglio dei ministri di ieri raccontano di uno degli strappi più forti di sempre all´interno di questo governo. E a testimoniarlo ci sono le luci accese fino a tardi, ieri sera a Palazzo Chigi, in un lungo vertice tra il premier Monti, Passera e Grilli dove, oltre alle nomine Rai e Agcom, hanno tenuto banco le tanto annunciate e mai arrivate misure sulla crescita.
 
I tre erano gli stessi componenti dell´acceso incontro che ieri mattina ha fatto slittare di almeno un´ora il Consiglio dei ministri. Una riunione chiesta e ottenuta dallo stesso Passera arrabbiato per il fatto che il decreto non era stato diramato per tempo ai colleghi da parte del dipartimento che fa capo al sottosegretario Antonio Catricalà. La decisione alla fine è stata quella rinviare il decreto a data da destinarsi.
Le resistenze più forti sono da parte della Ragioneria Generale dello Stato: troppo costoso, non ci sono le coperture, e se si dovrà approvare, si dovrà rinunciare a parecchie misure: il raddoppio a un milione del tetto per le compensazioni tra debiti e crediti, il maxi-incentivo per le imprese che investono in ricerca. Le coperture indicate da via Veneto sono state giudicate insufficienti dal Tesoro, già provato nel cercare i fondi per l´emergenza terremoto riccorendo all´aumento dell´accisa sul carburante.
 
In ogni caso, assicurano fonti di governo, il provvedimento prima o poi sarà inserito in uno dei prossimi cdm e vedrà finalmente la luce. Perché, avrebbe detto Passera, “Che ci sta a fare un ministro per la Crescita se non può favore un provvedimento sulla crescita?”.
Questa mattina Grilli, a margine del convegno dei giovani imprenditori in Liguria, ha spiegato: “Questo è uno dei tanti provvedimenti di ristrutturazione e di riforma del nostro paese e quindi la sua complessità richiede un´analisi attenta e collaborazione da parte di tutti. Penso non si possa parlare di ritardo. E´ un processo di collaborazione, affinamento di provvedimenti, tra cui questo, che sono impartiti in un momento delicato per l´Italia, per l´Europa e l´economia mondiale”.


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