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Imprese sostenibili, perché seguire il modello Olivetti

Di Maria Serena Porcari

Quella inaugurata da Olivetti è stata una strategia di business fondata su una visione radicale e radicata di comunità, grazie a cui ancora oggi è possibile diffondere quella cultura di condivisione e bellezza che rende l’imprenditoria italiana un’eccellenza in tutto il mondo e un modello a cui continuare a ispirarsi. L’intervento di Maria Serena Porcari, ceo di Dynamo Academy

È di poche settimane fa la pubblicazione del Rapporto Italia Sostenibile di Cerved, che colloca l’Italia al 15° posto su 29 nazioni europee in tema di sostenibilità sociale, ben al di sotto della media dei nostri colleghi d’Europa. Per quanto riguarda il mondo delle imprese, la meno nota “S” dei più famosi criteri ESG (Environmental, Social and Governance) entrerà in modo definitivo nei parametri di rendicontazione dei bilanci delle aziende italiane – non solo grandi, ma anche di medie dimensioni – a partire dal 2024, con l’entrata in vigore la normativa europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

La direttiva prevede di introdurre standard comuni e omogenei per la rendicontazione dell’impatto delle aziende non solo secondo criteri di sostenibilità ambientale, ma anche sociale e di governance. E se, per quanto riguarda il profilo ambientale, le imprese possono già fare riferimento a una tassonomia e a indicatori definiti, l’aspetto “sociale” della sostenibilità resta ancora un terreno di difficile interpretazione e realizzazione. Molta della confusione deriva proprio dalla mancanza di parametri omogenei: basti pensare che oggi in Italia sono oltre 400 gli indicatori ESG che le aziende possono utilizzare per individuare una strategia di rating di investimento. Uno scenario distorsivo che finisce con l’attribuire alle imprese un valore diverso a seconda del portafoglio di parametri che si è scelto. Inoltre, la rendicontazione è solo il passaggio finale di un processo di azione sociale che deve essere a priori pianificato strategicamente dall’azienda a seconda dei propri obiettivi di business, ma anche del contesto e delle caratteristiche della comunità in cui l’impresa agisce.

Un’ulteriore difficoltà che interessa, poi, diverse realtà imprenditoriali, riguarda proprio la grammatica del concetto di sostenibilità sociale. La “S” si compone infatti di due dimensioni principali: una interna, relativa alla gestione delle risorse umane, e una esterna, che riguarda l’impatto del progetto di business sul territorio di riferimento. Se sul fronte interno, la presenza nelle aziende di uffici già dedicati può garantire la presenza delle competenze manageriali necessarie, importanti lacune rischiano di registrarsi quando si tratta di misurare il proprio progetto di business in termini di Diversity Equity e Inclusion e di sostegno alle proprie comunità, anche attraverso l’impegno dei propri dipendenti. Non a caso, uno degli aspetti principali del percorso di formazione con cui Dynamo Academy – l’impresa sociale che in Italia si occupa di formare le imprese sul tema della sostenibilità sociale – accompagna le aziende, è proprio la comunicazione: ovvero la capacità di raccontare, tanto ai propri dipendenti quanto al mondo esterno, i propri progetti sociali d’impatto sul territorio. Una capacità, quella di agire ‘con’ e ‘per’ la comunità che, del resto, è ben radicata nel Dna delle imprese italiane. Basti pensare alle migliaia di aziende di piccole e medie dimensioni, spesso familiari, che già producono un business concreto e radicato nel territorio, anche in zone remote del nostro paese.

Un caso su tutti, a livello nazionale, può essere considerato il modello Olivetti, la cui eredità culturale vive ancora oggi attraverso l’operato della Fondazione Adriano Olivetti, con cui Dynamo Academy ha sviluppato la sua prima executive school. Quella inaugurata da Olivetti è stata una strategia di business fondata su una visione radicale e radicata di comunità, grazie a cui ancora oggi è possibile diffondere quella cultura di condivisione e bellezza che rende l’imprenditoria italiana un’eccellenza in tutto il mondo e un modello a cui continuare a ispirarsi.

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