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Il digitale a servizio della comunità. La trasformazione tecnologica secondo Rebattoni (Ibm)

Di Stefano Rebattoni

Se ben utilizzate da un capitale umano adeguatamente formato, le nuove tecnologie sono più che mai indispensabili per affrontare le incertezze e le sfide presenti e future. La trasformazione digitale, unitamente alla sostenibilità ambientale, è imprescindibile per garantire maggiore resilienza al nostro sistema. La riflessione di Stefano Rebattoni, amministratore delegato di Ibm Italia

Mentre la pandemia ha accresciuto la consapevolezza che la trasformazione digitale è ormai imprescindibile per garantire maggiore resilienza al nostro sistema economico e sociale, la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e le crisi all’orizzonte – caro energia, inflazione, cambiamenti climatici, mancanza di materie prime e conseguente vulnerabilità delle supply chain – possono indurre a pensare che il digitale non sia più una priorità.

Non è così. Le tecnologie di cui oggi disponiamo – intelligenza artificiale, cloud ibrido e perfino quantum computing – se ben utilizzate da un capitale umano adeguatamente formato, sono più che mai indispensabili per affrontare le incertezze e le sfide presenti e future. La sostenibilità, nella sua più ampia accezione che include quella ambientale, sociale ed economica, ha bisogno di una trasformazione digitale efficace ed efficiente. Non sempre, però, il digitale è pensato per portare benefici a tutti.

Il digitale per il reale 

Il digitale per il reale, per questioni concrete e legate alla vita di ognuno di noi, è certamente una prerogativa di Ibm in questo particolare periodo storico. A dimostrarlo sono i tanti progetti realizzati con aziende pubbliche e private, in un’ottica di ecosistema aperto e inclusivo, dove confluiscono le migliori energie del Paese. In tema di sostenibilità e riduzione degli sprechi, per esempio, il gruppo Hera, che raccoglie più di sei milioni di tonnellate all’anno di rifiuti, ha fatto dotare i suoi camioncini di un sistema di intelligenza artificiale in grado di riconoscere la qualità dei rifiuti stessi. Se la raccolta differenziata in quel carico non è stata fatta nel modo corretto, questo viene subito segnalato all’operatore e si evita di condizionare negativamente il risultato finale.

Alcuni esempi di successo

Altro esempio: Metropolitana Milanese, che tra le altre cose gestisce il ciclo idrico nel capoluogo lombardo, tramite la struttura basata su intelligenza artificiale e cloud ibrido ha realizzato un’applicazione che sfrutta centomila sensori immessi nella rete idrica per identificare portanza ed eventuali perdite. In questo modo gli operatori dispongono delle informazioni e possono intervenire in modo capillare per le riparazioni necessarie a evitare gli sprechi.

Una progettualità simile, ma con applicazione differente, riguarda le infrastrutture critiche nazionali. Il crollo del ponte Morandi nel 2018 ha portato a galla un problema cronico del nostro Paese, l’obsolescenza di ponti e viadotti. Per questo Autostrade per l’Italia insieme a Ibm e a Fincantieri ha realizzato un progetto che permette di dotare queste infrastrutture di tutti i sensori che rilevano gli scostamenti da valori ottimali segnalando a una centrale cognitiva eventuali situazioni difformi e da verificare. Offrendo così la possibilità di fare manutenzione predittiva.

Il valore della formazione

Queste sono solo alcune progettualità che dimostrano come certe buone pratiche siano già realtà e che, se si volesse investire in tal senso, si potrebbero realizzare in ogni settore di industria. Ma come detto, per utilizzare a pieno tutto il potenziale offerto dall’innovazione tecnologica occorrono anche professionalità adeguate. Nell’ottobre 2021 Ibm ha assunto l’impegno di contribuire, entro il 2030, alla formazione digitale di oltre trenta milioni di persone nel mondo.

Le iniziative di formazione combinate hanno raggiunto 3,5 milioni di partecipanti nel 2021 attraverso i progetti SkillsBuild, Stem for Girls, P-Tech e altri ancora. Dal novembre 2020, da quando la piattaforma gratuita SkillsBuild è disponibile in Italia con moduli formativi su IA, cloud, cyber-security e quantum computing, gli iscritti sono stati oltre 20mila. Il 65% dei partecipanti sono donne. Il Paese ha bisogno di loro, affinché il digitale sia reale e sia fatto per il reale.

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