Il forum proposto dal presidente francese è cominciato oggi con l’incontro inaugurale a Praga. L’ambizione del leader è di farne un arena negoziale che riunisca i principali player dell’Europa allargata per affrontare i pressanti temi che derivano dalla guerra in Ucraina. Il rischio è che si trasformi in un vuoto consesso di discussioni tra quarantaquattro interessi nazionali divergenti
I capi di stato e di governo di quarantaquattro nazioni si sono incontrati oggi a Praga, per il meeting inaugurale della European Political Community (Epc), il forum creato in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Voluta fortemente dal presidente francese Macron, l’iniziativa potrebbe essere già bollata come un successo per aver riunito in un singolo contesto i paesi dell’Ue più alcuni tra i maggiori player extra-europei come Turchia e Regno Unito, in un contesto internazionale particolarmente caldo.
Dopo la sessione plenaria il gruppo verrà diviso in sottogruppi per tavoli tematici su pace e sicurezza, energia, clima ed economia. I risultati dovrebbero essere comunicati dai leader dopo la cena di lavoro questa sera, anche se i riflettori sono già puntati non tanto sugli incontri di gruppo, ma sui possibili bilaterali.
Alcune voci critiche hanno fatto notare che l’Epc potrebbe diventare una sorta di premio di consolazione, un forum dove parcheggiare i richiedenti accesso all’Ue, come Albania e Ucraina. L’ulteriore critica viene rivolta al fatto che questa iniziativa conta sostanzialmente gli stessi membri del Consiglio d’Europa e dell’Osce, organismi che si sono mostrati scarsamente utili di fronte alle crisi che stiamo fronteggiando.
Macron viene accusato di avere scatenato qualcosa che non può controllare. Un consesso così ampio significa avere quarantaquattro interessi diversi da coniugare. L’Ucraina non si accontenterà di avere semplicemente accesso a un forum di discussione, ma vorrà garanzie per l’ingresso accelerato nell’Ue, come le era stato promesso. Il Regno Unito tenterà di dominare il progetto. La Turchia potrebbe utilizzarlo come ulteriore leva negoziale. I Paesi balcanici si sono stufati di vaghe promesse di membership e potrebbero seguire l’Ucraina.
L’idea di una confederazione europea esiste da decenni nelle élite politiche francesi. Da decenni esistono anche agende nazionali confliggenti che rendono il progetto quantomeno complesso. Prendiamo la Turchia, che sta insistentemente minacciando la Grecia, membro dell’Unione. O il Regno Unito, che entra nell’Epc nonostante la Brexit: un messaggio che potrebbe essere recepito da altri governi euroscettici come una scialuppa di salvataggio nel caso si volesse abbandonare l’Ue.
Le diplomazie francesi rispondono a tutto ciò assicurando che l’Epc funzionerà come un forum inter-governativo, come una sorta di G7 che discute su tematiche, come energia e sicurezza, su cui l’Unione Europea non è integrata, evitando quindi di creare doppioni. Evidenziano anche come la presenza di tutti i principali paesi coinvolti nei dossier sia premessa necessaria perché il progetto sforni degli orientamenti politici credibili.