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“Ambasciatore, dai”. Così Bruno Vespa ha incalzato Razov

La feluca ospite di “Porta a Porta” preferisce la lingua materna nonostante sappia bene l’italiano e non si sposta dalla propaganda di Putin. Il conduttore non si fa scappare l’occasione di metterlo in difficoltà (a differenza di altri)

“Ambasciatore, dai”. Quante volte l’ha ripetuto giovedì sera, tra l’incredulo e il disperato, Bruno Vespa intervistando Sergey Razov, ambasciatore russo in Italia, ospite di Porta a Porta su Rai 1. “Non vi è stata alcuna annessione dei territori ucraini, noi la chiamiamo adesione”, ha spiegato la feluca utilizzando la lingua russa seppur comprenda e parli bene l’italiano. Come racconta Repubblica, Razov è un tipo “mite e sorridente” ma ormai da mesi veste l’abito imposto dal Cremlino. Vespa, al contrario, osserva lo stesso giornale, “interrompe e parla il triplo dell’ospite pur di non rischiare la figuraccia di [Massimo] Giletti a Mosca con [Maria] Zak[h]arova, o la scena muta di Rete4 con [Sergey] Lavrov”.

E quindi, i giornali italiani? “Fake news è la cosa più leggera che si può dire di quanto viene pubblicato”. La pace? Il presidente russo Vladimir Putin Putin “ha detto che siamo a favore del cessate il fuoco e di sederci a un tavolo ma” il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “dice che l’Ucraina non negozierà. Bisogna aspettare che cambi idee, o che l’Ucraina cambi presidente”. “Avete provato a farlo sparandogli”, ha ribattuto il conduttore. “Si specula che sia stata la Russia a sabotare il proprio gasdotto: capisco, sotto propaganda, ma non siamo idioti”, ha detto Razov sostenendo che sono state “l’Unione europea e l’Italia a non volere più” forniture da Mosca – mica il Cremlino. E ancora: “La geopolitica è la scelta del male minore”. Così parla dell’invasione di uno Stato sovrano e delle atrocità sui civili.

Nessuna risposta chiara e diretta a una domanda che tale era: se l’obiettivo erano le quattro regioni, perché arrivare alle porte di Kiev? Vaga, invece, la risposta quando Vespa ha provato a incalzarlo riguardo l’”escalation della retorica nucleare”. Il ministro degli Esteri Lavrov ha detto che la Russia non parteciperà a un’escalation della retorica nucleare, “sono solo balle?”, lo ha incalzato. “Non so di quali minacce nucleari russe si parli”, ha replicato Razov. “Non abbiamo intenzione di partecipare a questa escalation. Putin ha detto che difenderemo il nostro territorio con tutti i mezzi e le forze a disposizione, e ha ricordato che abbiamo vari tipi di armamenti. Tutto il resto sono speculazioni dei media, parole all’aria”. Il conduttore ha poi detto di essere ottimista sul fatto che la Russia non avrebbe mai usato armi nucleari. Ma l’ambasciatore lo ha gelato così: “Non dica mai di essere ottimista, altrimenti direbbero che non sa leggere”, ha detto con riferimento alle recenti notizie sugli avvertimenti Nato agli Stati membri per operazioni nel Mar Nero con il missile sottomarino Poseidon o l’impiego di armi tattiche.

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