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Meloni, gli Usa e la sfida delle autocrazie. Parla Surotchak (Iri)

L’esperto dell’International Republican Institute in visita a Roma si dice “molto ottimista” sul futuro delle relazioni bilaterali. “A differenza di Orbán, partiti come Fratelli d’Italia e Vox riconoscono le minacce poste da Russia e Cina”, aggiunge

Non “mostri” né “populisti” ma “realisti” e questo “la gente lo capisce”. Nel fine settimana Giorgia Meloni è tornata a parlare, in attesa di ricevere l’incarico dal Colle per formare il nuovo governo, alla kermesse di Vox, il partito ultraconservatore spagnolo. Rivolgendosi alla folla riunita domenica in piazza a Madrid per la festa Viva 22, la leader di Fratelli d’Italia ha messo al centro del suo intervento gli errori dell’Europa e la via da seguire per “controllare il proprio destino”. Dopo aver esaltato “l’Europa dei patrioti”, ha criticato le politiche comunitarie: “Dagli alimenti alle materie prime ci siamo riscoperti deboli: quando noi conservatori denunciammo gli errori di un’Europa che si occupava di problemi secondari invece dei grandi temi strategici non lo facevamo perché populisti o nemici dell’Europa ma perché eravamo lucidi e la storia ci ha dato ragione”.

I COMPAGNI DI VIAGGIO DI MELONI

In Europa, ha detto ancora, c’è “una maggioranza di cittadini che non si riconosce nelle utopie e nelle ideologie della sinistra e che ci chiede che ci assumiamo la responsabilità di lavorare”. “Non potremo farlo da soli, avremo bisogno di compagni di viaggio leali e affidabili, che smettano per una volta buona di fare l’occhiolino alla sinistra e invece ci aiutino a organizzare l’alternativa alla sinistra”, ha concluso. Ma chi sono i compagni di viaggio di Meloni aspirante leader dell’Internazionale di destra?

TRUMP E L’IMMIGRAZIONE

Donald Trump ha voluto registrare il suo videomessaggio di sostegno a Vox a bordo del suo aereo privato. “Vorrei iniziare ringraziando Santiago Abascal per il suo incredibile lavoro”, ha detto l’ex presidente degli Stati Uniti. Il leader di Vox ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina e dell’idea della costruzione di muri invalicabili nelle enclavi africane di Ceuta e Melilla i punti di forza della sua agenda. È quell’agenda conservatrice che secondo Trump bisogna promuovere, in quanto “tutti stiamo vivendo una situazione singolare, nella quale abbiamo bisogno di difendere le nostre frontiere”.

ORBÁN E L’ONDA SOVRANISTA

“Il treno da Roma è appena arrivato a Bruxelles, quello da Madrid, guidato dal mio amico Santiago Abascal, sta per partire”, ha detto il premier ungherese Viktor Orbán nel suo messaggio inviato alla festa di Vox a Madrid, con riferimento alla vittoria del centrodestra in Italia e all’auspicato successo del partito di estrema destra spagnolo alle elezioni del prossimo anno. “Dobbiamo continuare a lottare per gli interessi nazionali”, ha detto ancora. “Dobbiamo difendere, davanti ai burocrati di Bruxelles, i nostri costumi e la nostra sovranità. Non possiamo permettere che milioni di immigrati invadano i Paesi dell’Unione europea, dobbiamo difendere il nostro modo di vita, dobbiamo difendere dall’ideologia globalista i nostri figli e la nostra famiglia”.

LO SFOGO DI MORAWIECKI

“Non mi scuserò per essere polacco, per essere cristiano, per essere una persona legata a valori presumibilmente superati come la verità”, ha promesso il premier polacco Mateusz Morawiecki, leader di PiS. Come raccontato su Formiche.net, il suo discorso non è soltanto uno sfogo dal retrogusto nazionalista, è molto di più. “Un piccolo numero di burocrati a Bruxelles crede di poter modellare l’Europa da soli, ma qui si sbagliano”, ha continuato. “Passo dopo passo stanno ampliando le loro competenze, senza basarsi su alcun trattato. Non possiamo permetterlo. L’Europa è composta da nazioni libere e sovrane, e la sua forza è la loro diversità. Questa è la vera democrazia”. E ancora: “Possiamo ancora tornare indietro e rinunciare a questa strada che ci conduce al baratro. L’aumento delle forze politiche in Europa – come il partito Vox in Spagna – ci fa sperare di poter tornare forti e uniti, e di poter creare insieme un futuro migliore”.

IL FATTORE BIDEN

Un anno fa, in occasione del Columbus Day, era andato in scena uno duro scontro tra il presidente statunitense Joe Biden e Abascal sul passato coloniale della Spagna. Ma non è l’unica frizione tra l’amministrazione statunitense e questo asse di ultradestra europea. È sufficiente ricordare l’atteggiamento degli Stati Uniti verso l’Ungheria di Orbán sui diritti, elemento al centro dell’agenda dell’amministrazione Biden (che, non va dimenticato, resterà in carica fino al gennaio del 2025). Senza dimenticare che le politiche di Ungheria e Polonia rappresentano due spine nel fianco dell’Unione europea.

“MELONI 1” E “MELONI 2”

Il professor Giovanni Orsina sul quotidiano La Stampa ha rilevato come la strategia europea di Meloni cominci a delinearsi con una certa chiarezza. La leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio in pectore “sta cercando di scindersi in due entità distinte”. C’è “Meloni 1”, quella eurorealista, che si mette nella scia di Mario Draghi dicendosi pronta a partecipare fino in fondo al gioco europeo trattando con tutti i Paesi, a cominciare da Francia e Germania. E c’è “Meloni 2”, la paladina del conservatorismo trumpian-orbaninano, che ieri ha inviato un videomessaggio agli spagnoli di Vox. “La vera sfida per la leader di Fratelli d’Italia sarà trovare l’equilibrio fra i suoi due avatar” per evitare che uno trascini a fondo l’altro, ha concluso il professore. Una sfida che riguarda l’Italia, ma anche il futuro di Meloni.

IL COMMENTO DI SUROTCHAK (IRI)

“Mi sembra un fatto normale” la partecipazione di Meloni alla festa di Vox, “che è nella stessa famiglia in Europa di Fratelli d’Italia e PiS”, commenta Jan Erik Surotchak, senior director per la strategia Transatlantic Strategy presso il centro studi International Republican Institute, a Formiche.net. L’esperto, a Roma per una serie di incontri e una tre giorni di lavoro organizzata dal suo istituto assieme a Fondazione Farefuturo (del senatore Adolfo Urso di Fratelli d’Italia) e Comitato Atlantico Italiano, aggiunge: il fatto che Orbán non sia in quella famiglia “è una distinzione importante. Vox, Fratelli d’Italia e PiS sono uniti dell’attenzione alle minacce poste da Russia e Cina, ai differenza dell’Ungheria”, spiega ancora. Negli Stati Uniti “c’è un ampio consenso” bipartisan sull’importanza dell’alleanza tra democrazie, prosegue rispondendo a una domanda sull’ipotesi che qualcosa possa cambiare se il Partito repubblicano conquistasse la maggioranza alla Camera dopo le elezioni di midterm a novembre. Surotchak si dice “molto ottimista” rispetto al futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Italia, ricordando come Unione europea e Nato rappresentino due importanti forum di confronto tra gli alleati.



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