Al via il vertice Nato dei ministri della Difesa dei Paesi alleati riuniti nella capitale europea di Bruxelles per discutere della sicurezza dell’Alleanza, del sostegno all’Ucraina e di minaccia nucleare
I ministri della Difesa dei Paesi alleati sono atterrati a Bruxelles per la prima delle due giornate della ministeriale Nato. Tra questi, presente anche il ministro della Difesa italiana, Lorenzo Guerini, pronto ad assistere alla sua ultima ministeriale prima della conclusione dell’incarico. Riuniti presso il quartier generale Nato, i ministri in questi giorni affronteranno e si confronteranno sulle questioni geopolitiche più urgenti, prime tra tutte il sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia e la deterrenza e difesa dell’Alleanza Atlantica. In seguito ai recenti attacchi missilistici russi ai danni dei cittadini e combattenti ucraini, si rivelano sempre più importanti i sistemi di difesa aerea in grado di proteggere le città e infrastrutture del Paese. Fino ad ora, è stata la Germania il primo Paese a rifornire questo tipo di sistemi e a proporre la creazione dello scudo europeo contro i missili balistici. Al centro del vertice vi sarà il tema della ricostituzione degli arsenali alleati, messi a dura prova dalla fornitura di aiuti militari a sostegno di Kiev. Soprattutto di fronte a una guerra il cui esito appare ancora incerto e non così prossimo nel tempo. Come dimostrano anche le recenti dichiarazioni del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, che parlano di migliaia di militari russi in arrivo nel Paese per condurre una serie di esercitazioni, probabilmente per minacciare un attacco da nord o semplicemente per distogliere l’attenzione dei soldati ucraini e facilitare quindi le manovre del Cremlino.
La ministeriale Nato
Il programma del vertice Nato di questi giorni prevede nella prima giornata la riunione dell’Ukraine defense contact group (Udcg). Si tratta della sesta da quando è nato ad aprile di quest’anno, grazie alla volontà degli alleati di adottare un approccio comune di difesa dell’Ucraina. A inaugurare i lavori del gruppo, vi è stato il discorso del segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin. Nell’avviare la discussione, Austin ha voluto porre l’accento sul grande sforzo compiuto dagli alleati nel sostenere Kiev. “Putin presupponeva che il mondo sarebbe rimasto a guardare mentre tentava di annettere altre quattro regioni dell’Ucraina. E presumeva che non avremmo convocato l’unità e deciso di resistere alla sua guerra imperiale preferita”, ma si sbagliava. Il segretario americano ha poi ricordato di come gli scopi e i metodi dell’Udcg debbano evolversi insieme all’evolversi della situazione sul campo di battaglia: “Poiché la guerra è cambiata, anche la missione di questo gruppo di contatto è cambiata”. A seguire i lavori del working-group si terrà l’incontro bilaterale con il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, per poi concludere la giornata con la “working dinner” dei ministri della Difesa Nato. Significativo l’invito alla cena di Finlandia e Svezia, che nel frattempo stanno proseguendo nel loro iter di ingresso nell’Alleanza, e del ministro della Difesa dell’Ucraina. Nella giornata di domani, in seno alla ministeriale, sono invece previste la riunione del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, la riunione del Consiglio Nord Atlantico a cui parteciperanno anche Finlandia e Svezia, per poi concludere con la conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg.
Il discorso di Stoltenberg
“Oggi discuteremo di come aumentare il sostegno all’Ucraina e la priorità assoluta sarà quella di fornire maggiore difesa area”, ha raccontato Stoltenberg al suo arrivo alla ministeriale. Nel suo aprire la prima giornata del vertice il segretario generale non ha mancato di commentare il comportamento della Bielorussia, mettendola in guardia dal supportare la Russia sul campo di battaglia. “Mi aspetto che il regime di Lukashenko si fermi dall’essere complice di questa guerra. Abbiamo visto come la Bielorussia venga usata come base per il lancio di missili e attacchi aerei contro l’Ucraina e il presidente Lukashenko dovrebbe fermarsi dal sostenere gli sforzi della guerra russa”, ha infatti dichiarato Stoltenberg. Anche il tema dell’utilizzo delle armi nucleari è stato uno dei punti centrali del suo discorso introduttivo. In questo scenario delicato, in cui si vuole evitare qualsiasi ulteriore escalation del conflitto che colpisce il Vecchio continente, il segretario generale ha ribadito la missione dell’Alleanza: “La Nato è un’alleanza difensiva, previene i conflitti e la guerra, quindi abbiamo rafforzato la nostra deterrenza per mandare un messaggio molto chiaro alla Russia: siamo qui per proteggere e difendere tutti gli alleati”. La risposta russa alle diverse accuse, arrivate prima nel corso del G7 e dopo della ministeriale Nato, sugli ultimi terribili attacchi perpetrati ai danni dei cittadini ucraini è arrivata dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, il quale ha auspicato che la comunità internazionale “prima o poi chieda conto anche a Kiev dei crimini che commette costantemente”.
La questione nucleare
Il tema nucleare e la minaccia russa di utilizzare armi nucleari sono tornati al centro dei dibattiti di questi giorni, ma Stoltenberg ha voluto moderare le preoccupazioni. “Abbiamo visto le ipotesi in merito all’utilizzo di armi nucleari a bassa portata in Ucraina e abbiamo comunicato chiaramente a Mosca che ciò avrebbe serie conseguenze per la Russia” la quale è al corrente che “una guerra nucleare non può essere vinta e non va mai combattuta”. Tuttavia, non è questo il momento per la Nato di abbassare la guardia e i livelli di allerta. “Ovviamente stiamo anche monitorando da vicino il comportamento dei russi. Non abbiamo visto alcun cambiamento nella posizione della Russia sull’uso delle armi nucleari, ma rimarremo vigili”, ha infatti spiegato il segretario generale dell’Alleanza. In questo contesto, la Nato si prepara ad affrontare la prossima settimana la sua esercitazione nucleare annuale, “Steadfast Noon”, che vedrà coinvolti 14 Paesi membri della Nato in operazioni finalizzate a mantenere in sicurezza ed efficienza il meccanismo di deterrenza nucleare. Come ribadito anche da Stoltenberg, si rivela necessario talvolta aggiornare le basi nucleari esistenti, così da renderle in grado di supportare la capacità di attacco nucleare e ospitare inoltre l’arrivo dei nuovi caccia F-35A di Lockheed Martin. È bene specificare che si tratta di un’operazione già programmata e di routine che durerà una settimana e coinvolgerà velivoli in grado di trasportare testate nucleari ma senza utilizzare nell’effettivo alcun ordigno nucleare. L’esercitazione verrà gestita dai possessori di armi nucleari in seno all’Alleanza, dunque da Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
(Foto: ministero della Difesa)