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Il rilancio della sanità territoriale secondo i farmacisti italiani

Sanità territoriale, continuità assistenziale e applicazione del Pnrr. Questi i temi al centro della prima giornata del congresso dei Farmacisti italiani. Tra i panelist anche il presidente di Fofi, Andrea Mandelli, quello di Fedefarma, Marco Cossolo e il deputato Marcello Gemmato

Luci e ombre sulle Case di comunità, una ricognizione sul personale in forze al settore sanitario e infine l’auspicio di un superamento del perverso meccanismo del payback. Sono alcuni dei temi emersi nel corso della nona edizione di FarmacistaPiù.

La pandemia ha messo in luce la carenza di operatori sanitari e mentre il Pnrr volge lo sguardo verso la costruzione di nuove Case di comunità, la priorità – ha spiegato il presidente Fofi, Andrea Mandelli – “è invece la carenza di personale e la ricerca delle risorse necessarie per mantenere aperte queste strutture”. Una pianificazione di nuove strutture che non convince Mandelli: sarebbe stato preferibile un “Pnrr che andasse a innervare ulteriormente le strutture esistenti e ragionasse sulle situazioni già definite sul territorio, partendo da quelle e ricostruendo l’anello mancante della pandemia, quell’anello che tiene agganciato il cittadino all’ospedale”.

Proposte di Gemmato e Maccari per la sanità regionale

Della stessa opinione, anche Marcello Gemmato, farmacista, deputato e responsabile per Fratelli d’Italia del settore salute: “Dovremmo ripartire dalle farmacie e da quei professionisti sanitari che, in minor parte, sono già presenti a livello locale e che possono e devono contribuire alla dispensazione di una sanità territoriale”.

Inoltre, il sistema contiene in sé delle contraddizioni. “Assumiamo personale sanitario proveniente da altri Paesi e poi investiamo 15,5 miliardi del Pnrr per costruire Case di comunità senza preoccuparci di come finanziare la spesa corrente, specialmente con l’aumento dei prezzi del gas, e di come coprire il personale”, ha aggiunto il deputato di FdI. Ma c’è un altro meccanismo da modificare che riguarda il rapporto tra le aziende e lo Stato. “L’Italia è leader in Europa nella produzione di farmaci, ma i costi attuali delle bollette, delle materie prime e il meccanismo perverso del payback stanno spostando l’attenzione verso altri Paesi”, ha concluso Gemmato.

Il Covid ha messo in luce il disallineamento dei servizi sanitari sul territorio nazionale e la conseguente complicazione dell’accesso alle cure. “L’Italia fino ad oggi ha permesso alle regioni di svolgere il compito del dettato costituzionale ognuno come meglio l’ha interpretato” ha aggiunto il deputato Carlo Maccari. Il tema della salute, ad avviso del deputato, dovrebbe infatti essere l’asset primario delle campagne elettorali dei Paesi occidentali, come avviene negli Usa.

La farmacia italiana come esempio di Gender Equality

Buone notizie per il Gender gap all’interno del settore Health. “La farmacia è donna. Rappresentiamo il 75% e le titolari rappresentano oltre il 55%” ha assicurato la deputata di FdI Marta Schifone. Si tratterebbe di un messaggio culturale, un segnale importante da valorizzare: “C’è ancora tanto da fare per le questioni di genere, però credo che la nostra professione possa rappresentare un grande esempio del quale abbiamo terribilmente bisogno”, ha infatti concluso Schifone.

Le priorità della farmacia secondo Cossolo

Nonostante la centralità del settore della farmacia all’interno dell’ambiente della Salute, anche qui non mancano le correzioni di rotta da apportare. Secondo il presidente di Federfarma Marco Cossolo, sarebbe urgente attuare una revisione della convezione farmaceutica, ormai datata. “È oggi necessario formulare la definizione del ruolo della farmacia a livello territoriale come prevista dal Decreto ministeriale 77 e della telemedicina e rivedere la legge 124/2017, in modo da mettere a disposizione delle farmacie indipendenti gli stessi strumenti competitivi che sono a disposizione delle farmacie pubbliche”, ha affermato in chiusura il presidente.



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