Quarantanove Stati su cinquanta utilizzano tecnologia proveniente da cinque aziende cinesi, inserite nelle liste nere dell’amministrazione federale. Un rischio per la sicurezza nazionale, dato che spesso questi prodotti nascondono vulnerabilità che Pechino sfrutta per lo spionaggio
La sezione 889 del National Defense Authorization Act prevede una lista di cinque compagnie cinesi di cui le agenzie federali non possono utilizzare le tecnologie o i servizi, né lavorare con aziende terze ad esse collegate. Huawey, ZTE, Hikvision, Dahua e Hytera sono oggetto della “prima e più conosciuta regolamentazione del dominio ICT sulla base della sicurezza nazionale”.
Tuttavia, uno studio condotto dal Center for Security and Emerging Technology della Georgetown University ha evidenziato come almeno 1681 entità governative locali in 49 Stati americani abbiano acquistato tecnologia o servizi dalle aziende sopra citate tra il 2015 e il 2021.
Secondo lo studio: “Nell’insieme queste entità hanno condotto circa 5700 transazioni riguardanti materiale coperto da divieti come telefoni, videocamere, termometri, radio e equipaggiamento per le reti, dislocati in scuole, ospedali, prigioni, sistemi di trasporto pubblico e uffici governativi in giro per il Paese”.
A rincarare la dose, i due autori del report Jack Corrigan e Michael Kratsios (il quale ha servito come chief tecnology officer nell’amministrazione Trump) hanno aggiunto che le stime sono molto al ribasso poiché i registri degli appalti pubblici analizzati dal rapporto non sono standardizzati in termini di informazioni elencate.
Il problema principale sembra risiedere nel fatto che le amministrazioni statali non possiedono una regolamentazione sufficientemente strutturata per prevenire questo fenomeno. Il governo federale si è speso molto negli ultimi anni per proibire l’uso di alcune tecnologie sviluppate all’estero, soprattutto quelle cinesi e russe, per evitare che queste possano contenere vulnerabilità segrete sfruttabili dai nemici degli Usa. Ulteriore difficoltà deriva dalla forte integrazione dei colossi tecnologici cinesi nella rete commerciale globale, un elemento che Pechino utilizza a proprio vantaggio per operazioni di spionaggio.
Gli autori del rapporto insistono sulla necessità di concentrarsi oggi sui risvolti locali delle regolamentazioni federali, per eliminare definitivamente le tecnologie critiche nemiche dalla filiera di approvvigionamento statunitense. “Visti i limiti di mandato e di risorse disponibili, gli Stati e i governi locali non dovrebbero essere lasciati da soli ad occuparsi delle implicazioni sulla sicurezza nazionale dei prodotti Ict esteri” si legge nel documento.
Il governo di Washington si propone di continuare nei programmi di sostituzione gratuita delle tecnologie di Zte e Huawei in quegli stati che le hanno già acquistate. Il rovescio della medaglia è che già nel primo round di applications al programma, le richieste hanno superato di molto i fondi disponibili, rendendo necessario per il Congresso elaborare delle linee guida sui settori maggiormente a rischio e quindi prioritari.