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Al fianco delle Regioni, per una Sanità più forte. Il punto di Confalone

Di Valentino Confalone

Strumenti utili per anticipare le sfide della medicina del futuro, nell’ottica di rispondere in maniera efficace ai bisogni dei pazienti e rendendo sempre più accessibile e sostenibile l’innovazione. La ricetta di Novartis Italia per costruire nuove sinergie in tema healthcare e rilanciare virtuose partnership pubblico-private

Nel lungo post-pandemia italiano, il bisogno di ridefinire compiti e priorità della nostra sanità, come peraltro indicato dal Pnrr, si è tradotto in espressioni come aderenza ai bisogni del territorio, maggiore vicinanza ai cittadini e più prevenzione, tutte opportunità oggi offerte dal digitale. Si tratta di priorità più che condivisibili, ma, tuttavia, trasformarle in progetti e azioni concrete è una sfida notevole che, oltre alle risorse previste dal Piano, richiede soprattutto competenze, capacità di sviluppare soluzioni inedite e un buon project management.

Strumenti utili per il futuro

Si apre nuova stagione in cui l’obiettivo comune dell’ecosistema salute deve essere quello di dare ai sistemi sanitari gli strumenti utili a guidare le traiettorie e anticipare le sfide della medicina del futuro, rispondendo in maniera efficace alla domanda dei pazienti e rendendo sempre più accessibile e sostenibile l’innovazione. È da queste considerazioni che nasce l’ampio piano di lavoro che abbiamo avviato all’inizio del 2022 e che, in una logica di partenariato pubblico-privato, si pone l’obiettivo di sostenere le priorità strategiche delle Regioni, aiutandole a conseguire gli obiettivi della Missione 6 del Pnrr, dedicata alla tutela della salute.

Il ruolo della partnership pubblico-privato

Abbiamo dunque iniziato un percorso “al fianco delle Regioni” basato sull’ascolto e sul dialogo con le diverse realtà, che ha permesso di identificare le esigenze e le eventuali criticità sulle quali intervenire con progetti sviluppati in modo condiviso. Dagli incontri con le autorità politico-sanitarie del Friuli-Venezia Giulia, prima Regione con la quale abbiamo avviato un’efficace interlocuzione, e in seguito del Lazio, della Puglia, della Toscana e della Sardegna stanno emergendo con chiarezza gli ambiti in cui si possono adottare soluzioni innovative sul piano organizzativo e assistenziale.

Volendo ridurre a sintesi un quadro d’insieme articolato e diversificato, si può affermare che i temi sui quali si concentra l’interesse sono questi: gestione delle cronicità, integrazione ospedale-territorio, sviluppo di una medicina predittiva e accesso all’innovazione terapeutica. Su queste aree di possibile intervento – tra loro fortemente integrate, com’è evidente – si è focalizzato il lavoro di Novartis e dei partner regionali, che, per esempio, in Friuli Venezia Giulia e nel Lazio, si sta già traducendo in progetti congiunti. In questi due casi, si sperimentano già alcuni modelli di population health basati sulla stratificazione della popolazione in funzione dei bisogni di salute attuali e futuri.

Per prevenire, oltre che curare

Un approccio necessario se si intende prendere in carico i pazienti in un’ottica di prevenzione oltre che di cura. Un approccio estremamente innovativo, quantomeno per l’Italia, che può avere effetti molto positivi soprattutto nella gestione di patologie croniche che hanno un impatto molto alto sulla salute pubblica e sulla sostenibilità del sistema sanitario: basti pensare che, fatto 100 il bilancio della nostra sanità, oggi solo 8 euro vengono spesi in prevenzione.

Attraverso progetti come questo, Novartis e le Regioni italiane si stanno impegnando a dimostrare che è possibile dare un senso concreto, con benefici misurabili per i pazienti e per la collettività, al concetto di partnership pubblico-privato. C’è da augurarsi che questo esempio positivo sia solo il primo di una lunga serie che coinvolga il più ampio numero di realtà territoriali italiane. È l’obiettivo di Novartis. E il percorso che abbiamo avviato continua.

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