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Perché in Iran è calato il silenzio sulla liberazione di Alessia Piperno

Nei resoconti della telefonata tra i ministri degli Esteri per sbloccare la situazione forniti da Teheran non c’è riferimento alla giovane. La diplomazia della Repubblica islamica, invece, ha fatto circolare un rapporto sulle “conquiste” delle donne nel Paese. Provocazione o invito a non interferire nelle proteste?

Intelligence e diplomazia hanno lavorato nel silenzio per settimane al fine di liberare Alessia Piperno, la trentenne arrestata in Iran il 28 settembre scorso, il giorno del suo compleanno, mentre era in viaggio nel Paese nei giorni in cui sono scoppiate le manifestazioni per la morte, tra le mani della cosiddetta polizia morale, di Mahsa Amini, una ventiduenne curda arrestata perché non indossava correttamente il velo, secondo la polizia.

Jens Stoltenberg mi perdonerà se faccio una cosa irrituale”, ha detto Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo l’incontro con il segretario generale della Nato e pochi minuti dopo che Palazzo Chigi aveva dato la buona notizia raccontando anche di una telefonata tra il presidente del Consiglio e i genitori. “Come avrete saputo Alessia Piperno sta tornano a casa, volevo ringraziare i nostri servizi di intelligence, il sottosegretario [Alfredo] Mantovano, e il ministero degli Esteri per il lavoro straordinario e silenzioso per riportare a casa questa ragazza”. Nel tardo pomeriggio Meloni si è recata all’aeroporto di Ciampino per accogliere la giovane rientrata a bordo di un Falcon 900 dei servizi segreti atterrato poco dopo le 17.

Poco prima Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, aveva spiegato che “Alessia Piperno sta bene e sta arrivando in Italia”. Tajani ha avuto due colloqui, ieri pomeriggio e stamattina, con l’omologo iraniano Amir Abdullahian. “Per le notizie che abbiamo non ha subito violenze di alcun tipo. Sta bene e rientra a casa dai suoi genitori. Abbiamo lavorato intensamente e siamo riusciti a portarla a casa”, ha aggiunto parlando, prima dell’arrivo della giovane a Ciampino, a margine della visita di Stato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei Paesi Bassi.

Alla liberazione, avvenuta questa mattina, si è arrivati con un lavoro sui piani diplomatico e di intelligence. Le autorità iraniane Teheran hanno risposto positivamente, con un gesto di distensione in un momento in cui – vista anche l’attuale situazione internazionale – non sarebbe stato opportuno creare ulteriori frizioni con altri Paesi e in particolare con l’Italia, visti i diversi rapporti e relazioni che intercorrono tra i due Paesi (da pochi giorni è a Roma il nuovo ambasciatore iraniano, Mohammad Reza Sabouri).

Circa un’ora prima dell’annuncio di Palazzo Chigi, l’ambasciata iraniana ha diffuso una nota in inglese e in farsi sul colloquio tra Tajani e Abdullahian. Soltanto dopo la comunicazione del governo italiano è stata pubblicata quella in italiano relativamente al contatto di ieri. In tutte e tre le versione manca ogni riferimento alla liberazione di Piperno. Soltanto qualche ora dopo, su Twitter, l’ambasciata iraniana ha rilanciato la nota con riferimento al tweet del presidente Meloni. Sui media statali di Teheran è calato il silenzio.

A distanza di pochissimi minuti dall’invio della nota in lingua italiana, invece, l’ambasciata iraniana ha voluto mandare ai media altri due documenti: un “news package” e un rapporto intitolato “Le più importanti conquiste della Repubblica Islamica dell’Iran nel campo delle donne e della famiglia” per fornire “una buona idea della situazione delle donne iraniane nonostante le numerose fake news diffuse durante le recenti rivolte in Iran”. Una provocazione? Un invito a non interferire?

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