S’ha da fare questa nuova santa alleanza dei moderati? L’apertura di ieri di Pier Ferdinando Casini su un possibile ritorno a una strada comune con il Pdl in nome del Ppe ha smosso ancora di più le già agitate acque che animano quella parte politica. Il futuro del centrodestra dopo la sentenza della Cassazione su Berlusconi tiene banco sui giornali.
Lo speciale di Formiche.net si è arricchito degli interventi di Luca Volontè, capogruppo del Ppe all’Assemblea del Consiglio d’Europa, che si auspica un Cavaliere ancora al timone dei moderati “per un ultimo sussulto”, e di Alessandro De Nicola, presidente dell’Adam Smith Society e tra i fondatori di Fare per fermare il declino, che si augura un grande “Partito Tory” anche in Italia.
Le parole di Casini al Corriere della Sera vengono elogiate oggi dal Foglio di Giuliano Ferrara. In un editoriale, il ritorno al bipolarismo politico del leader dell’Udc viene salutato come “un superamento di ambizioni (o illusioni) solitarie nutrite in un recente passato”. E gli è riconosciuto un “realismo politico” perché “il Casini frenatore di quasi un decennio non serve più a nessuno e ora se ne è reso conto anche lui, il che gli conferisce l’autorità necessaria per partecipare alla complessa ma inevitabile ricostruzione di una aggregazione alternativa alla sinistra”.
Con la benedizione di Ferrara, è ormai segnato il destino condiviso dei moderati italiani? Sembra di sì anche secondo Bruno Vespa che oggi sul Giorno commenta come “sarebbe assai curioso trovare un’altra volta divisi il centrodestra o i moderati o chiamateli come vi pare”.
Il conduttore di Porta a porta descrive poi le ultime mosse di Casini e di Luca Cordero di Montezemolo che “subito dopo la condanna (di Berlusconi, ndr) si sono mossi con assoluta tempestività” con “parole di grande conforto personale per il condannato”. E poiché “col senno di poi, sia Casini sia Monti forse hanno rimpianto di non essersi uniti al centrodestra con il quale – lo dicono i numeri – avrebbero largamente vinto le elezioni”, la lezione è servita per il futuro perché, commenta Vespa, “né Casini né Montezemolo pensano di presentarsi da soli alle prossime politiche”.
E a proposito del presidente della Ferrari, la montezemoliana La Stampa dà invece risalto sì alle parole del “figliol prodigo” Casini, ma anche alla tiepida reazione da parte del Pdl e soprattutto a quella del deputato di Scelta civica Andrea Romano, ex direttore di Italia Futura, che ieri ha chiesto a gran voce “la fine del fidanzamento con l’Udc” per il movimento montiano.
Il gran valzer moderato continua.