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Cosa ha chiesto Zelensky al G20, anzi al G19

Il presidente dell’Ucraina è intervenuto al vertice di Bali elencando i passi necessari per la cessazione delle ostilità. Rilascio dei prigionieri, rispetto dell’integrità territoriale, meccanismi internazionali per la valutazione dei danni e per la mediazione, e molto altro

Il 14 novembre, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto ai leader del G20 riuniti a Bali. Il discorso arriva a pochi giorni dalla riconquista ucraina del capoluogo regionale di Kherson, dunque in un momento in cui il governo di Kiev è particolarmente fiducioso nella vittoria. Zelensky si è  riferito ai suoi omologhi chiamandoli “colleghi del G19”, in evidente polemica con la presenza russa, che a differenza di quanto avvenuto con il G8-G7 ha mantenuto il proprio posto nel foro internazionale. Il presidente ha toccato una serie di temi che potrebbero essere i passi necessari per arrivare a una soluzione di pace, tra cui garanzie per l’integrità territoriale, aiuti militari e meccanismi internazionali a tutela e monitoraggio degli eventuali accordi raggiunti.

Sicurezza nucleare

Nelle parole del presidente, l’impianto nucleare di Zaporizhzhia dovrebbe essere immediatamente trasferito sotto il controllo della International Atomic Energy Agency (IAEA) e del personale ucraino, che possa provvedere in sicurezza alla normale connessione della stazione alla rete elettrica per evitare qualunque problema di stabilità dei reattori. La proposta è che vengano inviate missioni IAEA su tutti gli impianti nucleari ucraini, quattro in totale più il sito in disuso di Chernobyl. Ulteriore enfasi è stata naturalmente posta sulla necessità di bollare come criminali le minacce russe di utilizzo di armi atomiche.

Sicurezza alimentare

Il presidente ha ricordato come il successo dell’accordo sul grano, grazie alla mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite, abbia dimostrato come la cooperazione tra pochi attori possa portare ottimi risultati. Da luglio, l’Ucraina ha esportato più di dieci milioni di tonnellate di cibo via mare, e potrebbe aumentare l’export di diverse milioni di tonnellate al mese se si ampliasse l’iniziativa anche ai porti della zona di Mykolaiv. Se l’iniziativa andasse in porto, si arriverebbe, secondo le stime di Zelensky, a un totale di quarantacinque milioni di tonnellate di cereali esportate nel 2022.

Sicurezza energetica

Naturalmente è stato ricordato come la Russia stia utilizzando la crisi energetica come arma. Zelensky ha evidenziato come il quaranta per cento delle infrastrutture energetiche ucraine (impianti, trasformatori, linee di trasmissione) siano state distrutte dai bombardamenti. Il che impatta anche sulla capacità dell’export elettrico ucraino. Il presidente ha ringraziato gli sforzi dei partner che hanno donato sistemi di difesa aerea e missilistica, ma ha anche chiesto che venga fatto di più in tal senso. Ha inoltre proposto che una missione di esperti dell’Onu venga inviata a valutare i danni alle infrastrutture critiche.

Secondo Zelensky, un tetto al prezzo dell’energia russa è una misura necessaria e, anzi, dovrebbe essere implementato in maniera che il prezzo dell’export equivalga ai costi di produzione.

Rilascio dei prigionieri

Ad oggi Kiev stima che decine di migliaia di persone sia state deportate nell’est del Paese sotto occupazione russa, oltre ad almeno undicimila bambini deportati verso la Russia, oltre alla condizione degli Ucraini in Crimea.

Restaurazione dell’integrità territoriale, ritiro delle truppe russe e cessazione dell’ostilità

Zelensky ha dichiarato che le risoluzioni dell’Onu e la Carta dell’Onu dovrebbero costituire il quadro di riferimento per ogni azione di ripristino della pace. Questo significherebbe che la Russia dovrebbe ritirare tutte le formazioni militari da tutto il territorio ucraino e consentire a Kiev di tornare a esercitare controlli sulle frontiere.

Giustizia e ambiente

I casi di Bucha, Kharkiv e Kherson hanno mostrato, secondo Zelensky, i crimini di guerra russi, che richiedono la formazione di un Tribunale Speciale internazionale e di meccanismi di compensazione dei danni. Ulteriore elemento cruciale è quello della tutela ambientale. La guerra ha prodotto la contaminazione di milioni di ettari di terreni un tempo fertili, a causa delle bombe e degli incendi. Secondo Zelensky, sei milioni di animali domestici sarebbero morti durante il conflitto. Il presidente ha ricordato l’urgenza di creare una piattaforma che possa valutare l’impatto di questi danni ambientali.

Prevenzione dell’escalation e fine della guerra

Zelensky ha sostenuto che l’invasione dell’Ucraina sia stata possibile a causa del fatto che Kiev non fa parte di alcuna alleanza militare internazionale. Per questo ha evidenziato l’importanza di implementare il cosiddetto Kyiv Security Compact, un insieme di proposte di alleanze militari che l’Ucraina aveva proposto la scorsa estate agli Stati Uniti, attualmente non in corso. In ultimo ha sostenuto la necessità che, una volta che siano iniziati alcuni degli sforzi sopra elencati, le parti firmino un documento che confermi la fine della guerra.


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