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Fatta la sanzione trovato l’inganno? Greggio russo su navi fantasma

C’è una flotta di cargo che non battono bandiera di uno Stato né sono registrate presso l’Organizzazione marittima internazionale che si sta preparando al 5 dicembre, quando entreranno in vigore le restrizioni Ue. Intanto, però, in Grecia…

Gli Stati Uniti hanno vietato le importazioni di greggio russo mesi fa. Le navi russe sono bandite dai porti statunitensi, britannici e dell’Unione europea. Il 5 dicembre entreranno in vigore le sanzioni dell’Unione europea sul greggio russo. Ma le compagnie di navigazione greche ed europee stanno attualmente – e legalmente – aiutando gli esportatori russi a portare il loro petrolio alla destinazione desiderata. Lo racconta Elisabeth Braw, ricercatrice dell’American Enterprise Institute, su Foreign Policy. L’esperta, inoltre, sottolinea che una sempre più ampia flotta “fantasma” di navi che ufficialmente non esistono e che, di conseguenza, non possono essere rintracciate o indagate, sta trasportando merci russe soggette a sanzioni in tutto il mondo, proprio come stava già trasportando merci iraniane (anche verso l’Italia), venezuelane e nordcoreane vietate. La flotta fantasma è destinata ad aumentare con l’entrata in vigore delle sanzioni europee sul petrolio, minandole.

Da mesi Lloyd’s List Intelligence monitora queste attività che riguardano navi in partenza verso Cina, Emirati Arabi Uniti, India e Turchia. Richard Meade, direttore di Lloyd’s List Intelligence, ha spiegato che “non c’è nulla di illegale in quello che stanno facendo i porti e le compagnie di navigazione della Grecia. Si tratta solo di uno spostamento del commercio dovuto alle restrizioni, e le compagnie greche non lo stanno facendo in modo clandestino. Ma quando le regole cambieranno, non potranno più fare quello che stanno facendo oggi”. Questo cambiamento avverrà il 5 dicembre, quando entrerà in vigore il divieto europeo sul greggio russo, e il 5 febbraio, quando entrerà in vigore il divieto sui prodotti petroliferi russi raffinati.

Questi divieti, però, probabilmente accelereranno un’altra tendenza marittima in crescita, scrive Braw: il trasporto illegale da parte di navi che ufficialmente non esistono. Si tratta di navi fantasma che non battono bandiera di uno Stato né sono registrate presso l’Organizzazione marittima internazionale. Spesso spengono anche l’Ais, l’equivalente marittimo del Gps, in modo che le autorità che potrebbero volerle monitorare non possano vederle. Secondo Meade sono circa 200 navi che operano a livello internazionale, tre volte di più di quante stimate soltanto nove mesi fa. “Oggi stiamo assistendo alla creazione di nuove compagnie di navigazione, come abbiamo visto dopo le sanzioni all’Iran, al Venezuela e alla Corea del Nord. Quando le sanzioni sono state imposte per la prima volta all’Iran, le navi spegnevano l’Ais e sparivano, per poi riapparire da qualche altra parte, e la situazione si è evoluta fino ad arrivare al punto in cui ci troviamo oggi”, ha aggiunto.

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