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Flavio Tosi for president. Il sindaco di Verona lancia la sfida al centrodestra

Flavio Tosi ci prova. E lancia la sfida a un centrodestra che dovrà prima o poi mettere in agenda la questione della successione a Silvio Berlusconi. Perché non fare le primarie come il Pd chiede oggi il sindaco leghista di Verona in due interviste in contemporanea a Libero e alla Stampa, proponendosi tra gli sfidanti.

Il modello “Verona” tanto strombazzato da un Carroccio in crisi d’identità potrebbe essere esportabile in tutta Italia secondo il primo cittadino veneto che si immagina delle primarie “all’americana, aperte”.

E anche se non sono neppure state immaginate in questa difficile fase dal Pdl, lui si porta avanti e a settembre lancerà la sua fondazione con una convention.

Così, come nel Pd c’è una carica di sindaci e amministratori locali, a partire da Matteo Renzi, che sta tentando di scalare le gerarchie del partito, Tosi prova a dire che anche a destra si può fare così. “Siamo vicini dal punto di vista generazionale e poi siamo due sindaci, valore giudicato positivo dai cittadini”, commenta in riferimento al sindaco di Firenze.

E se la sfida sarà contro di lui, Tosi chiama fuori Berlusconi: “Se nel centrosinistra il candidato sarà Renzi, e non vedo altri nomi possibili, dubito che Berlusconi si candidi contro Renzi: Quest’inverno decise di ripresentarsi solo quando ci fu l’ufficialità della candidatura di Bersani…”.

Sulle eventuali critiche per la sua appartenenza alla Lega poi, il primo cittadino veneto fa notare che “non è più un fatto partitico, ma di persone” e “se la scelta è sulle persone, immodestamente posso dire di rappresentare una buona amministrazione e buon governo. Punto su questo”.



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