Dall’Osservatorio permanente sugli abusi presso gli organi giudiziari, ai corsi di formazione per pediatri e genitori rivolti direttamente ai minori per istruirli nel comprendere e distinguere cosa è un abuso. Queste alcune delle proposte emerse dal primo incontro di “On Radar”, il Think tank della Fondazione Menarini
Gli abusi sui minori non si possono contrastare se affrontati da una sola prospettiva. Per questo le competenze di 28 figure autorevoli si sono coalizzate per attivare una rete coordinata a supporto della famiglia e della scuola, al fine di prevenire e intercettare precocemente ogni forma di disagio.
Ed è stato proprio questo l’obiettivo del primo incontro Infanzia bruciata. Aiutiamoli a sorridere, organizzato dal think tank “On Radar” della Fondazione Internazionale Menarini. Partire dai dati per mettere in moto cambiamenti reali attraverso il dialogo tra medici, psicologi, pedagogisti, educatori, forze dell’ordine e magistrati, affrontando i nodi irrisolti del disagio minorile e fornendo soluzioni da portare sul tavolo dei decisori politici. Sono stati quattro i grandi temi affrontati: isolamento sociale, abusi fisici e psicologici, periferia e povertà e violenza digitale.
Sviluppo di competenze per mettere il minore al centro
“Nel progetto, il minore diventa l’attore principale del cambiamento affinché non sia vittima e/o potenziale autore di abusi e maltrattamenti, attraverso una serie di iniziative formative e educative per aiutarlo a distinguere, ad esempio, il confine tra un complimento innocente e quelli che invece possono essere apprezzamenti o atteggiamenti discriminatori e a sfondo sessuale”, ha spiegato Massimo Scaccabarozzi, direttore di On Radar. L’importanza è quella di creare una rete di competenze, che includa tutti gli adulti che vengono a contatto con bambini e adolescenti e che “rappresenta lo strumento più idoneo per costruire un percorso formativo finalizzato ad accompagnarli nella crescita fino a renderli cittadini consapevoli, protagonisti della propria vita, delle proprie scelte e dei propri sogni” ha aggiunto.
Le proposte
Tra le proposte emerse la creazione di un Osservatorio permanente sugli abusi presso gli organi giudiziari con incontri periodici di aggiornamento e la promozione di un network tra procure e operatori del settore, per favorire il dialogo e garantire una corretta presa in carico delle singole situazioni. “Il bambino è sempre stato all’ombra del diritto, la sua dignità non è totalmente tutelata, bisogna dunque mettere in moto la macchina della giustizia in maniera più moderna”, ha spiegato Pietro Ferrara, referente nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) per abusi e maltrattamenti e professore di pediatria presso l’Università Campus Bio-Medico. A detta di Ferrara, l’incontro ha costituito un inizio per un cambiamento culturale che mette al centro delle decisioni i bambini e “guarda dalla loro ottica che è molto diversa dalla nostra”.
Puntare al coinvolgimento e alla formazione
Si è parlato anche di coinvolgimento dei pediatri per introdurre i potenziali indicatori di disagio nella redazione del bilancio di salute e un possibile ruolo di corsi di formazione per le neomamme sul rischio della divulgazione di foto dei propri bambini sui social media, spesso oggetto in seguito di fenomeni di pedopornografia. È stata evidenziata inoltre, la mancanza di una formazione ad hoc che coinvolge anche i pediatri: “Sono 28 i Paesi europei nei quali si evidenza una scarsa formazione dei pediatri riguardo questa problematica”, ha messo in luce Ferrara, aggiungendo che grazie a quest’incontro è stato realizzato un progetto formativo nelle scuole di specializzazione proprio per insegnare ai pediatri di oggi e domani i segnali da intercettare.