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Il digitale per una sanità più accessibile e trasparente. Il convegno di Formiche e Doctolib

Favorire riflessioni sul ruolo che il digitale ha avuto finora e potrà avere in futuro nella sanità, coinvolgendo gli attori del pubblico e del privato ma anche gli operatori sanitari, con un’attenzione particolare alle esigenze dei pazienti. Questo l’obiettivo del convegno “Una sanità equa, trasparente e facile”, organizzato da Formiche in collaborazione con Doctolib presso il MoMeC – Montecitorio Meeting Centre. Un’occasione per mettere insieme spunti, proposte e idee sul tema della digitalizzazione del nostro sistema sanitario.

Lorenzo Pregliasco, co-fondatore di Quorum, ha aperto il panel a distanza esponendo la ricerca “L’opinione di cittadini e medici sull’utilizzo di soluzioni digitali in sanità”, gettando le basi statistiche per il dibattito che poi ne è seguito. Dalla survey è emerso che un’ampia fetta dei pazienti intervistati ritiene la sanità il settore su cui è più importante investire anche e soprattutto dopo la pandemia, dopo aver vissuto ogni giorno difficoltà per l’accesso alle prestazioni mediche. Un paziente su due ritiene che una maggiore digitalizzazione è una soluzione per la tutela della salute e tre medici su quattro ritengono che una maggiore digitalizzazione aiuterebbe l’esercizio della professione.

A prendere la parola per primo tra i presenti è stato Nicola Brandolese, CEO di Doctolib Italia, che ha espresso la grande convinzione di poter fare meglio in sanità e l’identificazione del digitale come mezzo per riuscirci. “Conosciamo le criticità dell’accesso alle prestazioni mediche”, ha detto Brandolese, e una delle leve per utilizzare al meglio i circa 7 miliardi che il Pnrr dedica alla medicina territoriale è proprio il digitale. “Tante risorse oggi sono allocate alle case e agli ospedali di comunità, alla centrali operative territoriali, ma rischiano di essere poche quelle invece allocate sul modo di utilizzare queste strutture e sulla formazione del personale sanitario che le utilizza”. La possibilità di migliorare l’esperienza di cura c’è e il digitale permette l’efficientamento delle risorse disponibili, riducendo gli sprechi e garantendo la saturazione e ripianificazione dei finanziamenti. Sul tema del Fascicolo Sanitario Elettronico, Brandolese ha ricordato la positiva esperienza di Ségur de la Santé Numérique promossa dal governo francese: grazie alla creazione di un tavolo di lavoro tra enti pubblici, Governo e partner tecnologici, infatti, nel giro di poco tempo si sono create le condizioni per popolare rapidamente il fascicolo, cresciuto di 35 milioni di documenti negli ultimi dieci mesi. Ecco dunque la proposta di Doctolib: “Chiediamo un tavolo permanente per la sanità digitale promosso dal Ministero della Salute che veda la partecipazione delle rappresentanze dei medici, dei cittadini, delle istituzioni e degli operatori del settore. Bisogna creare un ecosistema ampio, interoperabile, e sicuro per gli utenti”.

Si è poi svolta una tavola rotonda sul tema della serata e ha parlato la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, che ha subito ricordato come in sanità non si possa smettere mai di investire. La digitalizzazione della sanità è uno degli obiettivi del Pnrr e nonostante ci siano altre situazioni critiche resta l’esigenza di attuare riforme necessarie per il paese e fondamentali per ottenere la tranche finale dei fondi europei. “Uno dei pilastri della riforma della sanità deve essere una revisione della governance che passa per una digitalizzazione sempre più spinta, accessibile e in collaborazione con il privato”, ha detto la Senatrice Castellone. “Si tratta di integrare competenze già acquisite da molte aziende, facciamo in modo che gli strumenti che già abbiamo servano ad offrire più servizi ai cittadini”.

Il Direttore del Centro Nazionale Telemedicina e Nuove Tecnologie Assistenziali ISS Francesco Gabbrielli ha poi esposto il proprio punto di vista, sottolineando come le soluzioni non possano essere imposte dalle aziende ai medici che le subiscono passivamente ma, al contrario, sono i medici che devono esprimere le esigenze per poi poterle risolvere in maniera specifica, con una costruzione dinamica delle soluzioni. Secondo Gabbrielli servono cambiamenti di rotta nella legislazione, con un’accelerazione nei tempi delle riforme. “Tavolo permanente sì”, ha concluso Gabbrielli, “Ma di persone competenti sul tema della sanità digitale”.

Il dibattito è proseguito con l’intervento della Segretaria Generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino, che prendendo spunto dal sondaggio di Quorum ha ricordato che i cittadini chiedono che alla sanità sia lasciato un ruolo di primo piano, anche rispetto agli investimenti. “Certo, l’abbattimento delle liste d’attesa è legato alla volontà di farlo oltre che agli strumenti, e sotto pandemia lo abbiamo visto: era facile prenotare un vaccino, disdire una prenotazione, scegliere dove farsi vaccinare. Tutte libertà che nel caso delle liste di attesa ordinarie non vediamo”. Mandorino ha poi voluto sottolineare criticità e occasioni delle soluzioni digitali adottate finora: “Il sistema della ricetta dematerializzata scade a fine anno e si potrebbe finire per fare un salto indietro se non c’è la volontà di utilizzare la tecnologia in maniera costante. La telemedicina ha avuto grande importanza come potenzialità nella strategia delle aree interne del nostro paese, con la consapevolezza di quanto questa soluzione potesse essere utile già ben prima della pandemia”.

A portare al tavolo il punto di vista dei medici di famiglia è stato Nicola Calabrese, Vice Segretario Generale della FIMMG, che ha espresso una situazione di disagio nella categoria: “Durante la pandemia siamo stati la principale fonte di raccordo tra le cure e i pazienti bisognosi, è chiaro che va cambiata l’idea del medico di famiglia e questo devono farlo prima di tutto le istituzioni. Oggi i carichi di lavoro sono insostenibili, la categoria non può affrontare la digitalizzazione da sola. I giovani entrano nella professione e lasciano dopo pochi mesi, questo disagio va attenzionato ora e non si può aspettare un momento migliore”. Il digitale è di certo una grossa opportunità secondo Calabrese e si deve discutere sulla collaborazione tra pubblico e privato.

L’intervento conclusivo del panel è stato affidato all’On. Nico Stumpo, che ha rilevato come l’attuale digitalizzazione sia stata fatta a intermittenza e ha sottolineato l’importanza di avere standard centralmente definiti per un utilizzo dei dati in grado di rispondere in modo puntuale alle esigenze dei cittadini. “Il tavolo proposto si può fare ma il tema è se prima o poi si discuterà sull’effettiva utilità di ciò che dobbiamo fare. Il sistema digitale deve essere sviluppato in modo da semplificare la complessità del sistema sanitario” ha concluso Stumpo.

Infine è stato proiettato un contributo video dell’On. Elena Bonetti, che ha sottolineato quanto le risorse del Pnrr siano importanti per un effettivo processo di digitalizzazione della PA e per garantire pieno accesso al sistema sanitario ai cittadini. La medicina si deve fare sempre più personalizzata, ha detto l’On. Bonetti, e deve utilizzare le nuove tecnologie per farsi carico della persona nelle sue specificità, considerando le necessarie differenze di carattere scientifico sia nella fase della prevenzione che in quella di presa in carico della cura.



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