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Focolaio di nuova malattia respiratoria. E c’entrano i Mondiali di calcio…

Tosse, febbre, vomito e difficoltà per respirare. Un focolaio dell’influenza del cammello preoccupa le autorità sanitarie e arrivano i provvedimenti per chi arriva dal Qatar

Decine di casi della Middle-East Respiratory Syndrome Coronavirus (Mers-CoV), conosciuta anche come l’influenza del cammello, si sono registrati durante i Mondiali di calcio 2022 in Qatar. Tra i sintomi di questa malattia respiratoria, scoperta per la prima volta nel 2012, ci sono febbre, vomito, tosse, dissenteria e difficoltà per respirare.

Il focolaio durante l’evento sportivo ha spinto le autorità sanitarie del Regno e l’Australia a prendere provvedimenti (tra cui sorveglianza sanitaria su chi arriva dal Qatar) con l’obiettivo di evitare la diffusione di questo coronavirus.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), circa il 35% dei pazienti contagiati con l’influenza del cammello sono deceduti, per cui si considera più mortale del Covid-19. Al momento non esiste una terapia specifica per curare la malattia e nessun vaccino. Tuttavia, le cifre registrate ai Mondiali di calcio non impongono per il momento un allarme internazionale o misure di limitazione degli spostamenti.

Da quando è stato scoperta l’influenza del cammello nel 2012 sono stati registrati casi in 27 Paesi, tra cui Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. I focolai del Mers più significativi ci sono stati in Arabia Saudita, Algeria, Bahrain, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

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