L’intervento del vicepresidente della commissione difesa/esteri del Senato: “Crediamo di più a questa Italia e a questa Italia in Europa, anche per poterci innamorare di più di quella Europa per cui noi, che siamo patrioti italiani e europei, fin da quando eravamo ragazzi abbiamo combattuto”
L’approccio che Giorgia Meloni ha fornito al Parlamento e all’Italia tutta, quello della ricerca di un nuovo protagonismo europeo, quello che compete al Paese che è stato fondatore dell’unità europea, è quanto apprezziamo maggiormente perché è fascinoso, ma non solo: tende infatti a ridare un ruolo a questo Paese che spesso abbiamo un po’ dimenticato.
Kiev
Inevitabilmente al Consiglio Europeo si partirà dalla questione ucraina. Il 24 febbraio ha cambiato la nostra percezione dell’Europa, quella che davamo quasi per scontato. Abbiamo imparato a conoscere nomi come Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia. Parto da un’immagine per queste mie riflessioni: un quadro bellissimo, conservato nel museo russo dell’arte a San Pietroburgo, è quello della leggendaria lettera dei cosacchi al sultano turco, in cui rivendicano la loro identità nazionale e il loro patriottismo dicendo che non si sottometteremo mai.
Quel quadro è in realtà immaginifico e simbolico per entrambi; lo rivendicano i russi e lo rivendicano gli ucraini. L’Ucraina – in tutte le lingue slave significa frontiera – è una terra di frontiere mobili, di identità che spesso si contrappongono. È una cosa che noi, almeno dal 2014, anche se avessimo studiato poco, avremmo dovuto conoscere. Che cosa ci lascia perplessi in tutta questa vicenda? Questa Europa sonnolenta, che non se n’era forse accorta. Eppure i segnali c’erano. Poi l’Europa ha fatto il suo dovere.
Quando il Consiglio europeo dice che l’uso della forza e della coercizione per cambiare i confini non può trovare spazio nel XXI secolo – ed è giusto – noi italiani ci siamo schierati dalla parte giusta: quando uno Stato sovrano viola il diritto internazionale, uccide, massacra e si condannano i civili al freddo e alla fame c’è una sola scelta che è giusta, come è del tutto evidente. Quindi, il nostro sostegno, non solo militare, ma anche economico ed anche umanitario è bello da parte di questa Italia. Pensate, sono 172.000 le protezioni che abbiamo accordato in Italia a donne e bambini.
Ue
Ma quando la presidente Meloni, nello slogan «Vogliamo più Italia in Europa», riassume un moto dell’animo, alla fine noi vorremmo che anche questa Europa fosse un po’ più nostra, un po’ meno sonnolenta, un po’ meno in ritardo.
In questa Europa a 27 Stati ci sono almeno tre grandi potenze dell’economia mondiale: i tedeschi, prima di tutto, che oggi sono la quarta potenza mondiale; poi la Francia e l’Italia, che sono settima e ottava. Eppure, questa Europa sconta una irrilevanza di fondo. L’Ucraina confina con quattro Paesi dell’Unione europea: la Polonia, la Romania, l’Ungheria, la Slovacchia. La Russia confina con la Lituania, con l’Estonia e con la Finlandia. Eppure, quando si immagina la trattativa di pace, sembrano più credibili i turchi ed Erdogan, il che vuol dire qualcosa, che non l’Europa.
Energia
Perché? Perché, diciamo la verità, questa è l’Europa dei particolarismi, dove qualcuno fa anche il furbo, perché no. Qualcuno ironizzava su qualche pseudo Napoleone. Purtroppo è vero. Vogliamo dire la verità? Questa è una terra di grandi scontri, non solo tradizionali, di guerra, ma anche sull’economia.
La vicenda del gas, la crisi dell’energia, da che cosa nascono oggi? Perché non si trova l’accordo sulla proposta, che sostiene l’Italia, del tetto dinamico? Perché c’è qualcuno che la osteggia. E chi la osteggia? La Germania con la fida Olanda e quelli che sono diventati il paradiso fiscale per gli europei più furbi: magari qualcuno che prendeva anche gli aiuti di Stato qui in Italia. Quale Paese, di fronte a quel che è accaduto e che stava accadendo, ha quintuplicato l’approvvigionamento del suo gas attraverso la Crimea? La Germania.
Chi è che si è impiccato al gas russo? Chi sono i Paesi che recentemente, nelle scorse settimane, hanno spiegato il loro storico accordo sul gas? Francia e Germania.
Migrazioni
Questa guerra ha insegnato anche un’altra cosa. Gli uomini vanno al fronte, le donne e i bambini fanno i profughi. E noi li abbiamo accolti in Europa. Quindi, su quel mercato del mare che avviene nel Mediterraneo, le cose sono molto chiare. L’ondata migratoria che arriva soprattutto dall’Africa non è di gente che scappa dalla guerra. Il ministro Piantedosi ha fatto bene a fare quello che ha fatto e questo Governo ha fatto bene a fare quello che ha fatto.
Voglio citare un Papa che non suscita troppa simpatia ultimamente, ma Benedetto XVI diceva che, nel contesto socio politico attuale, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè ad essere in condizione di rimanere nella propria terra.
Piano Mattei
L’idea di quel piano Mattei per rafforzare la cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Mediterraneo, per far evolvere davvero la politica di buon vicinato a politica di partenariato nel Mediterraneo, a elevare l’Italia a cerniera e piattaforma logistica nel Mediterraneo è l’idea giusta. Crediamo di più a questa Italia e a questa Italia in Europa, anche per poterci innamorare di più di quella Europa per cui noi, che siamo patrioti italiani e europei, fin da quando eravamo ragazzi abbiamo combattuto.
*vicepresidente della Commissione Difesa/Esteri del Senato