Il giorno dopo gli scontri durissimi del venerdì della rabbia, in Egitto la situazione resta di altissima tensione. Le forze di sicurezza hanno fatto sapere di avere arrestato oltre mille persone, più della metà al Cairo. Nonostante la repressione, comunque, i Fratelli Musulmani non sembrano intenzionati a cedere e annunciano un’altra settimana di proteste di piazza, che alimentano la sensazione di una corsa inarrestabile verso una guerra civile conclamata. Ben rappresentata dall’assedio alla moschea dove si sono asserragliati decine di sostenitori dell’ex presidente Morsi. Intanto Amnesty International ha chiesto l’apertura di un’inchiesta “approfondita e imparziale” sulla violenza che ha accompagnato lo sgombero dei sit-in degli islamisti. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, i reparti di sicurezza hanno usato una forza letale non necessaria e violato la promessa di consentire un’uscita sicura dai sit-in alle persone rimaste ferite. Preoccupazione per la situazione egiziana è stata espressa anche da Papa Francesco, che ha invocato la fine delle violenze.
Egitto, 1000 arresti dopo gli scontri. Amnesty chiede un’indagine
Di