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Anche le grandi banche licenziano. Il piano di Goldman Sachs, fuori in 4mila

Il piano della banca d’affari prevede il benservito per quasi il 10% della forza lavoro, il taglio ai bonus dei top manager e l’aumento degli stipendi per i più giovani, vista anche la concorrenza degli altri istituti. Wall Street è alle prese con una netta riduzione delle attività di trading

Non sono solo le grandi aziende tecnologiche a ridurre il numero dei dipendenti. La banca d’affari Goldman Sachs si prepara per congedare 3900 dipendenti dal prossimo gennaio, come parte della strategia per la redditività dell’amministratore delegato David Solomon.

Il piano di licenziamento, anticipato dal quotidiano Financial Times, è al momento in fase di elaborazione. L’obiettivo sarebbe ridurre fino all’8% della forza lavoro. Goldman Sachs conta attualmente su 49.000 dipendenti.

L’istituto “è particolarmente sotto pressione per migliorare i margini perché Solomon sta cercando di migliorare la valutazione in borsa della banca, che è rimasta per anni indietro rispetto a concorrenti come Morgan Stanley”, sostiene il quotidiano della City.

Ad ottobre, la banca ha annunciato una revisione che includeva una fusione della divisione investment banking e trading, nonché un ritiro dal consumer banking a seguito delle critiche per le perdite degli investitori e l’aumento dei costi.

I tagli sarebbero distribuiti in diverse divisioni e non concentrati in una singola unità o Paese. Ai dirigenti verrà chiesto di identificare il personale da licenziare entro la fine dell’anno.

Goldman Sachs avrebbe anche l’intenzione di tagliare i costi riducendo le retribuzioni. E i bonus annuali per i circa 400 partner della banca potrebbero diminuire ulteriormente, con un calo del 50%. L’obiettivo è dare priorità agli aumenti per il personale più giovane, che in questa fase va “corteggiato” di più.

Wall Street è alle prese con una netta riduzione delle attività di negoziazione e dei mercati dei capitali dopo l’eccezionale 2021 che ha portato a grandi ondate di assunzioni e grandi bonus. Invece dal 2022 la situazione è cambiata: i titoli in borsa sono scesi in media di quasi il 10% e le commissioni per l’investment banking sono diminuite del 35%.

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