Skip to main content

La Bundesbank si prepara per un rialzo dei tassi e smonta Draghi

Promesse, tentativi e diplomazia svaniscono così. Se il governatore della Bce, Mario Draghi, aveva cercato di rassicurare i mercati adottando, come Fed e Bank of England, la “forward guidance”, le illustrazioni della strategia monetaria dell’Eurotower, basta una dichiarazione della Bundesbank a spazzare via ogni passo in avanti. La crescita tedesca si rafforza, e tornano più forti che mai i timori di spirali inflazionistiche da combattere, secondo l’istituto, con un rialzo dei tassi nell’eurozona.

La Banca centrale tedesca mette le mani avanti e ribalta la frittata: la guidance, su cui del resto la Bce già da sola tende a far confusione, esiste, ma è tutto tranne che vincolante. E, pallino fisso dell’inflazione anche quando i livelli restano stabili o addirittura in attenuazione, l’istituto capeggiato da Jens Weidmann sottolinea che i tassi d’interesse possono sempre aumentare. Le parole di Draghi non escludono quindi un loro rialzo, si evidenzia. Non solo. Con le guidance Draghi non creda che la sua sfera d’azione sia cresciuta. Semmai, evidenzia la Buba, gli annunci della politica monetaria futura servono solo a mantenere la sua strategia nel seminato.

Il tasso di inflazione in attenuazione

La crescita dell’economia tedesca, dopo lo ‘sprint’ (+0,7%) del secondo trimestre, è destinata a normalizzarsi con tassi di sviluppo “stabili” nella seconda metà dell’anno. Lo scrive la Bundesbank nel suo bollettino mensile, secondo cui l’inflazione è in attenuazione. La banca centrale tedesca ridimensiona la portata innovatrice della “forward guidance” introdotta dalla Bce con l’anticipazione dei tassi futuri: non è un impegno incondizionato e non cambia la strategia di politica monetaria.

La Bce potrebbe alzare i tassi d’interesse sotto il peso dell’inflazione, nonostante abbia promesso di mantenerli bassi, afferma poi la Bundesbank. La promessa della Bce ”non è una dichiarazione vincolante e non rappresenta un cambiamento” nella linea di politica monetaria, recita il bollettino citato da Bloomberg. ”Le forward guidance (indicazioni sui tassi futuri) non ne escludono un aumento se dovessero emergere pressioni inflazionistiche”, sottolinea.

I tassi d’inflazione in Europa

Tanto rumore per nulla, verrebbe però da dire. L’inflazione tendenziale nell’area dell’euro resta stabile a luglio all’1,6% e all’1,7% nell’Ue come nel mese di giugno, anche se il livello tedesco supera, naturale con una crescita più forte, quello italiano per esempio. I prezzi al consumo hanno registrato, nell’area dell’euro, un calo dello 0,5% a luglio rispetto al mese di giugno e dello 0,4% nell’Ue rispetto al mese precedente. In Germania l’inflazione tendenziale è rimasta stabile all’1,9%, in Francia è salita dall’1% all’1,2%. In Spagna è scesa dal 2,2% all’1,9% mentre in Italia è scesa dall’1,4% di giugno all’1,2% a luglio. Molto più alta fuori dall’eurozona, come nel Regno Unito, dove l’inflazione tendenziale è scesa dal 2,9% di giugno al 2,8% a luglio.

Gli annunci di Draghi

Il governatore della Bce, Mario Draghi, ha specificato a luglio che per la prima volta l’Eurotower avrebbe mantenuto i tassi d’interesse ai livelli correnti, o ancora più bassi, per un lungo periodo di tempo. Ha ribadito la sua considerazione ad agosto, cercando di rassicurare gli investitori che la Bce non avrebbe deciso una stretta della sua politica monetaria troppo presto, dopo aver fissato i tassi al minimo storico dello 0,50% a maggio.

La Bce non giochi a fare la Fed

Ma la Buba tiene a sottolineare anche le differenze della Bce con la Federal Reserve americana. Le loro guidance sono diverse, a parere della Banca centrale tedesche, perché la Fed pone soglie monetarie legate al livello di disoccupazione. Ma la vera stoccata, inaspettatamente, arriva quando la Buba sottolinea le affinità tra le due banche centrali. “Bce e Fed usano le guidance solo per definire i loro mandati, non per alterarli”, ha spiegato.

La confusione sulle guidance

Ma a generare confusione sulla validità di queste guidance sono anche i vertici stessi della Bce. Mentre Draghi ha evidenziato il primo agosto che “sarebbero state valide fino a nuovi annunci”, il membro del direttivo Joerg Asmussen ne ha dato un’interpretazione differente: “Non si tratta di sei mesi, nemmeno di 12, le guidance vanno oltre”, ha dichiarato a Reuters a luglio, mentre il membro francese del board, Benoit Coeure, ha precisato che le informazioni verranno aggiornate di mese in mese. Chi più ne ha più ne metta, numeri e confusione nell’eurozona non sono mai abbastanza.

×

Iscriviti alla newsletter