Gli Stati Uniti investiranno 50 milioni di dollari in una strategia informativa che ha come obiettivo raggirare le limitazioni del regime di Kim Jong-un e fare conoscere la realtà internazionale ai nordcoreani. Principi e obiettivi della legge Otto Warmbier
Radio, internet e molti altri strumenti digitali saranno le armi del governo americano per portare il racconto del mondo in Corea del Nord. Gli Stati Uniti hanno stanziato 50 milioni di dollari del bilancio annuale della difesa per investirli in un piano che cercherà di informare i nordcoreani, isolati dal regime di Kim Jong-un, sulla realtà internazionale. Si spera così di contrastare la propaganda contro Washington e Corea del Sud che viene quotidianamente servita dai media di regime.
Alla fine di dicembre, il presidente americano Joe Biden ha firmato la Legge Otto Warmbier per combattere la censura e la sorveglianza in Corea del Nord. Come si legge sul sito dell’emittente tedesco Deutsche Welle, la normativa promuove diverse strategie contro le limitazioni all’informazione e il controllo delle autorità nordcoreane sui cittadini.
La legge si chiama Otto Warmbier in onore allo studente americano arrestato a Pyongyang nel 2016 con l’accusa di sovversione, e condannato a 15 anni di carcere per avere rubato un cartellone. È stato riconsegnato l’anno dopo, in stato vegetativo, ed è morto pochi giorni dopo. Con questa legge l’U.S. Agency for Global Media opererà come organizzazione di promozione del governo americano, diffondendo informazione in tutto il mondo.
Il piano americano si concentrerà sull’uso di emittenti radio, così come lo sviluppo di strumenti per la libertà in internet, disegnate per aiutare gli utenti ad aggirare le limitazioni imposte dal regime nordcoreano sui canali digitali ed informatici.
Eujin Kim, membro di Freedom Speakers International, un’organizzazione che sostiene i rifugiati nordcoreani, ha spiegato a DW che “20 anni fa, arrivava poca informazione sul mondo estero in Corea del Nord. Adesso invece molta gente vede notizie, programmi tv o film stranieri […] È chiaro che dall’anno scorso il governo sta cercando, con tutti i mezzi, di controllare l’informazione che entra nel Paese. Al regime preoccupa molto perché è una minaccia. Pochi giorni fa ho sentito che avevano fucilato un adolescente perché aveva visto un film sudcoreano”. Ragazzi che hanno ballato alcuni passi della musica K-pop sarebbero stati trasferiti in colonie penali.
E la situazione rischia solo di peggiorare. Nel corso del mese di gennaio, il regime di Kim Jong-un approverà una Legge di Protezione della Lingua Culturale di Pyongyang, che vieta l’uso di termini stranieri nel parlare o scrivere, e condannerà pettinature e abbigliamenti non consone alla cultura della Corea del Nord.