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Tra il M5S di Conte e i Verdi europei c’è l’Ucraina

Ieri il leader pentastellato è stato a Bruxelles per trovare una famiglia al suo partito. Manca poco più di un anno al voto ma le distanze sulla politica estera sembrano difficili da colmare

Atlantisti e convintamente al fianco dell’Ucraina e soprattutto dell’invio di armamenti alle autorità di Kyiv. Sono questi gli alleati del Movimento 5 Stelle in Europa? Possono esserlo?

Ieri Giuseppe Conte, il presidente pentastellato, ha incontrato a Bruxelles una delegazione del gruppo dei Verdi. C’è stato, ha spiegato, “un ampio confronto di un paio d’ore per cercare di mettere a fuoco gli indirizzi di politica economica, sociale, il tema dei diritti civili. È stato un bel confronto e quindi continueremo ad aggiornarci. Se ci sono le premesse, se si realizzeranno le premesse, e mi sembra che il buongiorno ci sia, potremo sicuramente valutare anche un nostro ingresso nel loro gruppo. Ma deve essere fatto il tutto con chiarezza politica”, ha aggiunto.

Il Movimento 5 Stelle riabbraccerebbe gli ex compagni Ignazio Corrao, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini. Ma è possibile che proprio da loro, staccatisi dal Movimento 5 Stelle per aderire ai Verdi nel dicembre 2020, arrivino resistenze.

C’è poi un problema di compatibilità delle linee politiche. I Verdi sono in prima linea nel sostegno – anche militare – all’Ucraina. Lo dimostrano l’intervista rilasciata ieri a Formiche.net dall’europarlamentare Reinhard Bütikofer e il pressing della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock sul cancelliere Olaf Scholz per l’invio (e l’autorizzazione all’invio ai Paesi terzi) dei carri armati Leopard 2 a Kyiv. L’eurodeputata dei Verdi tedeschi Alexandra Geese, che in passato aveva espresso dubbi sull’ingresso dei pentastellati nella famiglia verde, oggi ha all’inizio della sua biografia su Twitter #standwithUkraine.

Proprio ieri, poche ore prima che iniziassero a trapelare notizie sulla luce verde da parte di Berlino, il Movimento 5 Stelle ha ribadito – assieme all’Alleanza Sinistra Verdi e al deputato dem Paolo Ciani – il suo no all’invio di nuovi armamenti votando no in occasione della conversione in legge del decreto che autorizza il governo a disporre nuovi pacchetti di materiale per tutto il 2023. Dichiarando il voto contrario del Movimento 5 Stelle, il deputato Marco Pellegrini ha definito “inaccettabile” l’aggressione russa – ma non ha mai citato il leader Vladimir Putin – e dichiarato in Aula: “Durante questo anno la strategia dell’Occidente si è focalizzata sull’invio costante di armi e così facendo ci stiamo avvicinando pericolosamente allo scoppio di un conflitto ancor più vasto, magari con l’utilizzo di armi nucleari, come più volte ha minacciato di poter fare o di voler fare la Federazione Russa. Adesso invece servono negoziati di pace, non armi. Fermatevi! Fermatevi prima che sia troppo tardi”.

Ci sono poi altri due fattori da tenere in considerazione: la prossimità delle elezioni europee, in agenda nel maggio dell’anno prossimo, che potrebbe far apparire quello pentastellato come un tentativo di greenwashing; la complessità della galassia verde italiana, dove il simbolo Verdi è di Angelo Bonelli (con l’immagine dell’Alleanza Sinistra Verdi danneggiata dalla vicenda di Aboubakar Soumahoro) e anche Carlo De Benedetti ragiona sull’ipotesi di un nuovo movimento ecologista.

Infine, il Movimento 5 Stelle potrebbe portare in dote, alla luce dei sondaggi attuali, 15-20 europarlamentari dopo le prossime elezioni. Un pacchetto può far gola ai Verdi europei, purché non minacci il peso interno di alcune rappresentanze come quella tedesca.


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