Washington vuole sfruttare le preoccupazioni indiane sull’aggressività cinese per rinforzare il fronte anti-Pechino e, possibilmente, isolare ulteriormente la Russia. Forse un terreno comune si troverà sulle questioni securitarie nell’Indo-Pacifico, ma Nuova Delhi non rinuncerà ai rapporti con Mosca e, soprattutto, alla propria autonomia strategica
Nuova Delhi ospiterà a marzo il prossimo dialogo strategico con la Nato. Nella capitale indiana si riuniranno funzionari dell’Alleanza, tra cui quelli della divisione di pianificazione politica, e dei rispettivi ministeri della Difesa e degli Esteri. L’episodio è importante perché segna la prosecuzione dell’integrazione tra il dossier atlantico e indo-pacifico. Al summit si discuterà di sicurezza regionale e di un possibile rafforzamento dei legami tra India e Nato nell’ottica delle sfide geopolitiche nel quadrante dell’Indo-Pacifico: leggi, la crescente minaccia cinese nell’area, percepita da entrambe le parti.
La versione statunitense
Washington persegue un duplice obiettivo. Il principale è rinsaldare ed espandere il fronte anticinese sfruttando la comune rivalità verso Pechino. Obiettivo secondario è la prosecuzione dell’accerchiamento politico e commerciale della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Già nel 2019 era cominciato un dialogo politico tra l’India e la Nato, ma la priorità atlantica assegnata alla Russia aveva limitato il terreno comune. L’invasione russa, la vittoria dei Talebani in Afghanistan e l’aggressività cinese nei confronti di Nuova Delhi sono i fattori che hanno modificato radicalmente il clima in cui si terranno i colloqui.
La versione indiana
L’India vede un avvicinamento all’Alleanza Atlantica come un’arma a doppio taglio. Da un lato è un’ottima occasione di guadagnare posizioni nei confronti della Cina, dall’altro Nuova Delhi non vuole rinunciare alla propria preziosa autonomia strategica. Il Paese asiatico si vede proiettato in un futuro di crescente potenza, ritenendo di poter essere la prima potenza demografica (e di conseguenza economica e militare) per il 2075. Se altri Stati dell’area – come Indonesia o Vietnam – non hanno alcuna possibilità di fronteggiare da soli l’aggressività cinese, l’India pensa di sì sul lungo periodo. Ulteriore questione importante dal punto di vista indiano è che la Nato rimane pur sempre l’alleanza deputata al contenimento dell’Unione Sovietica e l’India ha stretti legami con Mosca, soprattutto energetici e militari, oltre a fare parte dei Brics.
Alla fine le due parti troveranno una quadra, un terreno comune, probabilmente sulle sfide securitarie nell’Indo-Pacifico. Negli ultimi anni, alcune nazioni europee come Regno Unito, Germania e Francia hanno aumentato la loro presenza militare nella regione. Resta da vedere se questo sviluppo avrà conseguenze sulle relazioni dell’India con la Russia.