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Caccia o droni? Il governo studia il settimo decreto armi a Kyiv

Il Samp-T arriverà nelle prossime settimane ma già si lavora al nuovo pacchetto. C’è scetticismo sulla possibilità che Roma invii dei caccia, ma si parla di una nuova partita di droni e non si esclude la fornitura di “missili a lunga gittata”. Ecco il retroscena del Corriere e le dichiarazioni di Cirielli e Tajani

Si va verso un salto di qualità nel sostegno militare dell’Italia all’Ucraina. Lo rivela Francesco Verderami nel suo retroscena sul Corriere della Sera. Il governo sta elaborando il settimo decreto di aiuti alle autorità di Kyiv. “Abbiamo appena varato il decreto e dall’Ucraina ci sono arrivate altre richieste. Toccherà farne un altro”, diceva un paio di settimane fa Guido Crosetto, ministro della Difesa, a un collega di governo secondo quanto ricostruito da Verderami. Il sistema di difesa missilistico Samp-T promesso a Kiev arriverà a destinazione solo “nelle prossime settimane”, come ha annunciato il Antonio Tajani, ministro degli Esteri, perché bisogno superare un problema di allineamento tecnico tra i pezzi italiani e quelli francesi che compongono l’arma.

IL SALTO DI QUALITÀ

La dotazione bellica salirà di livello, scrive il Corriere della Sera nel giorno della visita di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a Kyiv: “Sarà un’altra fattispecie di armi”, confermano rappresentanti del governo italiano al giornale. C’è scetticismo sulla possibilità che Roma invii dei caccia, ma si parla di una nuova partita di droni – “che hanno un mercato a metà strada tra il militare e il civile” – e non si esclude la fornitura di “missili a lunga gittata”. Se sarà confermata, sarà davvero una svolta, dato che “finora, per evitare il coinvolgimento nel conflitto, i Paesi della Nato avevano posto delle limitazioni nell’assegnazione di certi armamenti”. E anche perché la formula che Roma finisce a Kyiv “solo armi difensive”, usata finora per placare i settori della maggioranza e i pezzi di opinione pubblica meno favorevoli all’invio di armi, sarebbe superata nella sostanza. Ecco, dunque, cosa porta Giorgia Meloni al presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo il Corriere.

LE PAROLE DI CIRIELLI…

Nei giorni scorsi si è parlato dell’ipotesi di invio di caccia all’Ucraina da parte dell’Italia: “Quanto ai jet, dipende quali”, ha spiegato Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri (Fratelli d’Italia), al Messaggero. “Gli F-35 sono fuori discussione, si può avviare un discorso sui caccia bombardieri Amx. Ascolteremo le richieste ucraine”, ha aggiunto.

… E QUELLE DI TAJANI

Il ministro Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia di Silvio Berlusconi, ha ribadito che l’Italia andrà avanti con l’invio delle armi all’Ucraina: “Abbiamo già approvato il sesto pacchetto e l’invio del materiale è in via di perfezionamento. Tra qualche settimana, in collaborazione con i francesi, manderemo in Ucraina anche il sistema missilistico Samp-T per la difesa aerea”, ha detto in un’intervista al giornale La Stampa. Potremmo mandare anche nostri caccia? “Ancora non ne abbiamo parlato, ma nel caso dovremo coordinarci con gli alleati, capire che tipo di aerei manderanno loro, perché non ha senso consegnare agli ucraini modelli diversi, poi c’è il problema di addestrare i piloti. Insomma, mi pare praticamente impossibile che vengano inviati caccia italiani”, ha risposto. “Se vogliamo arrivare alla pace”, ha continuato, “dobbiamo fare in modo che l’Ucraina resti indipendente e difenda il proprio territorio, altrimenti non si potrà costruire un accordo”.

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