Cina e Iran potrebbero fornire materiale bellico per sostenere lo sforzo russo in Ucraina. Droni e tecnologie critiche nelle preoccupazioni degli alleati occidentali che proseguono con nuove sanzioni per isolare Mosca
I Paesi del G7 avvertono che contribuire allo sforzo militare russo in Ucraina comporterà “gravi costi”, in un messaggio a Pechino e all’Iran.
Nelle ultime settimane si è sempre più parlato del possibile trasferimento di tecnologie chiave per l’industria bellica dalla Cina alla Russia. Con Washington che venerdì ha annunciato nuove sanzioni contro oltre duecento entità cinesi, oltre a vietare l’acquisto di tecnologia Usa a cinque società della Repubblica Popolare.
Il messaggio è rivolto anche alla Repubblica Islamica. Almeno dall’inizio dell’estate 2022 si parla del ruolo dei droni suicidi iraniani nel bombardare le infrastrutture di Kiev. Oltre alla recente notizia della pianificazione di un complesso industriale per la costruzione di suddetti droni in territorio russo.
Ora, secondo il portavoce per la sicurezza nazionale americana John Kirby, esisterebbero le prove che il sostegno militare di Teheran alla Russia sia aumentato e che, in cambio, Mosca fornirà aerei da combattimento.
Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto di non essere a conoscenza di “aiuti letali” al regime russo, ma di vedere “segni e indicazioni che la Cina potrebbe pianificare di fornire aiuti militari”.
Nel frattempo, gli alleati occidentali proseguono nell’implementare le restrizioni commerciali con la Federazione Russa. Regno Unito, Giappone e Unione europea mettono a punto le ultime sanzioni, mentre si avvicina il primo appuntamento virtuale del G7 con il presidente Zelensky.
“Chiediamo ai Paesi terzi o ad altri attori internazionali che cercano di eludere o minare le nostre misure di cessare di fornire sostegno materiale alla guerra della Russia, o di affrontare costi severi”, hanno dichiarato i leader del Gruppo.
Le sanzioni fino ad oggi hanno mirato ad impedire a Mosca l’accesso al sistema finanziario e alla tecnologia occidentali e, ovviamente, risulterebbero scarsamente utili se queste risorse venissero fornite da altri. Per l’appunto Cina, Iran e alcuni Paesi confinanti con la Russia.
I leader del G7 hanno ribadito l’impegno a “coordinare gli sforzi per soddisfare le pressanti esigenze dell’Ucraina in termini di equipaggiamento militare e di difesa, con un’attenzione immediata ai sistemi e alle capacità di difesa aerea, nonché alle munizioni e ai carri armati necessari”.