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Sicurezza alimentare. Attenzione sempre alta nelle agende degli Stati

Di Massimiliano Giansanti

Grazie alla solidità del proprio sistema agricolo, la Ue è riuscita a compensare le minori esportazioni dell’Ucraina. Le esportazioni di grano verso i Paesi meno avanzati sono aumentate di circa il 30% lo scorso anno. Non solo: l’Unione ha anche aperto il proprio mercato ai prodotti agroalimentari ucraini con la sospensione di tutti i dazi doganali. L’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

Insicurezza alimentare sul piano globale. Instabilità dei mercati delle “commodities” agricole. Forte aumento dei costi per l’alimentazione, saliti in media di oltre il 10 per cento nella Ue, con un picco del 50% in Ungheria.

Sono queste le principali ricadute economiche dell’aggressione russa all’Ucraina iniziata un anno or sono.

Lo scorso anno la produzione agricola dell’Ucraina, uno dei principali esportatori di cereali e semi oleosi, è diminuita del 30 per cento, con una contrazione delle vendite all’estero di circa 4 miliardi di dollari. Particolarmente colpiti i Paesi meno avanzati del Sud Est asiatico e dell’Africa Sub-Sahariana. Di conseguenza, il tema della sicurezza alimentare si è imposto nelle agende dei principali consessi internazionali: dal G7, al G20 fino al Consiglio dei capi di Stati e di governo della Ue.

Grazie alla solidità del proprio sistema agricolo, la Ue è riuscita a compensare le minori esportazioni dell’Ucraina. Le esportazioni di grano verso i Paesi meno avanzati sono aumentate di circa il 30% lo scorso anno. Non solo: l’Unione ha anche aperto il proprio mercato ai prodotti agroalimentari ucraini con la sospensione di tutti i dazi doganali. Le importazioni dall’Ucraina, secondo i dati della Commissione europea, sono salite l’anno passato di quasi l’80 per cento. Ad ottobre, si attestavano a 9,5 miliardi di euro. Vale a dire 2,5 miliardi di euro in più sul livello riferito all’intero 2021.

Per dare, inoltre, un’alternativa all’esportazioni via mare, nel maggio dello scorso anno, la Ue ha attivato dei “corridoi di solidarietà” attraverso i quali sono transitati finora 23 milioni di tonnellate di prodotti ucraini destinati all’alimentazione.

La situazione resta caratterizzata da condizioni di estrema incertezza, anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare globale.  Nell’anno in corso, i raccolti di cereali in Ucraina dovrebbero attestarsi a 35 milioni di tonnellate, quasi il 40% in meno sul 2022. Il taglio sale al 60 per cento nei confronti dei livelli in essere prima dell’invasione russa.

In aggiunta, non è scontato il rinnovo dell’accordo – in scadenza il 19 marzo – che, grazie alla mediazione delle Nazioni Unite, ha consentito le esportazioni di prodotti ucraini dal Mar Nero per un ammontare finora di 20 milioni di tonnellate di grano. Circa il 10% del quantitativo è stato utilizzato nell’ambito del Programma alimentare mondiale (Pam) per i rifornimenti nei Paesi meno avanzati più dipendenti dalle importazioni.

 

 

 


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