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La lunga mano di Mosca arriva anche in Georgia

La protesta è scoppiata dopo che il parlamento ha approvato una legge che potrebbe essere usata per reprimere il giornalismo non allineato e le organizzazioni per i diritti umani. “Una legge imposta da Mosca” secondo la presidente Zurabishvili

Alcune migliaia di persone si sono radunate martedì di fronte al parlamento georgiano per protestare contro una legge che accusano di limitare la libertà in Georgia e di essere ispirata dalla Russia. La proposta, che è passata 76 voti a 13, prevede che le organizzazioni che ricevono più del 20% dei propri finanziamenti dall’estero si registrino come “agenti esteri”.

In effetti la mozione è stata approvata solo nella prima di tre letture, ma è bastato per scatenare i manifestanti che si sono riuniti scandendo slogan filoeuropei e contro la Russia. I critici, inclusi Unione europea e Stati Uniti, sostengono che la legge rifletta il modello russo, il quale rende molto difficile il lavoro di giornalisti e organismi indipendenti. Bollare le organizzazioni come agenti stranieri ha permesso al Cremlino di reprimere il dissenso interno.

Il tema degli “agenti stranieri” è molto caldo in tutto il mondo post-sovietico. Mosca ha sempre accusato i servizi segreti statunitensi e britannici di essere dietro a organizzazioni che promuovono la democrazia e i diritti umani nello spazio dell’ex Urss. E di essere all’origine delle cosiddette rivoluzioni colorate che nei primi anni duemila hanno interessato Paesi come l’Ucraina, il Kirghizistan e la Georgia, per l’appunto. La Russia ha invaso la Georgia nel 2008, subito dopo aver riconosciuto le regioni separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia

La presidente georgiana Salome Zurabishvili ha detto che porrà il veto sul provvedimento, ma il parlamento può annullarlo. Durante la giornata di martedì, la presidente ha espresso il proprio sostegno ai dimostranti e ha detto che quella legge “non proviene dal nulla. È imposta da Mosca”.

E ha proseguito: “La Georgia che vede il proprio futuro nell’Europa non permetterà a nessuno di portarglielo via”. Il parlamento georgiano potrebbe mettere in crisi i rapporti con l’Unione europea se passasse questa misura. Tbilisi aspira all’ingresso nell’Ue da almeno quindici anni e ha presentato la candidatura nell’estate 2022. Ora la proposta verrà inviata al Consiglio d’Europa, un organismo di consulenza sulla democrazia e i diritti che può esprimersi con pareri e opinioni.

L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che le azioni del parlamento di Tbilisi sono un “pessimo sviluppo” per la Georgia e potrebbero influire negativamente sui suoi legami con Bruxelles.



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