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Che succede con il crac della Silicon Valley Bank? Un colpo al venture capital

Dopo il crollo a -60% (con oltre 80 miliardi di dollari di perdite), la banca di riferimento delle startup del settore tecnologico è stata chiusa dalle autorità federali e messa sotto la tutela della Federal Deposit Insurance Corporation. La caduta ha scatenato il timore tra investitori e clienti, trascinando con sé altre banche e titoli

Panico nel mondo della tecnologia e nei mercati globali in generale. Mentre la Silvergate Bank della California annuncia la chiusura, Silicon Valley Bank ha registrato uno storico crollo, trascinando con sé tutto il sistema bancario americano e impattando le performance delle Borse europee.

L’annuncio della banca americana Silvergate Bank è stato dato dalla holding Silvergate Capital Corporation. La banca è in liquidazione ordinaria con un piano di chiusura che include il rimborso completo di tutti i depositi.

Ma la chiusura ha fatto cadere in Borsa i titoli della Silicon Valley Bank a -60% (con oltre 80 miliardi di dollari di perdite), scatenando il terrore fra le startup del settore tecnologico. Secondo il quotidiano Financial Times, questo ha provocato perdite per 52 miliardi di dollari nelle quattro principali banche americane: JPMorgan con -5,4%, Bank of America con -6,2%, Morgan Stanley con -3,8% e Goldman Sachs con -2%.

Come ricorda la newsletter “Tech Daily” di Bloomberg, la Silicon Valley Bank è stata fondata nel 1983 ed è diventata l’istituto finanziario di riferimento per le startup. E oggi non è solo una banca, ma un referente di investimenti azionari, sponsor di servizi delle startup e di sontuose feste del settore.

Ma con il crollo in Borsa ci sarà un bank run, una corsa agli sportelli (o meglio, a ritirare i propri capitali investiti) alla Silicon Valley Bank? Greg Becker, amministratore delegato della banca, ha chiesto ai clienti di restare calmi. Tuttavia, molti investitori e clienti non hanno accolto l’invito. “Le azioni della società sono crollate del 60% durante la giornata di giovedì, perdendo quasi 10 miliardi di dollari, per poi scendere fino al 30% nel trading fuori orario”, ha scritto Bloomberg.

Partner di importanti società di venture capital hanno contattato le loro società in portafoglio esortando a ritirare i loro soldi dalla banca. Tra queste aziende c’erano Founders Fund di Peter Thiel, Coatue Management e Union Square Ventures.

John Wu, presidente di Ava Labs, ha affermato che la sua azienda si è già diversificata rispetto alla Silicon Valley Bank e ha raccomandato ad altri di fare lo stesso: “Questa è una classica corsa agli sportelli. E quando inizia la corsa agli sportelli, non vuoi essere l’ultimo in coda”.

I problemi sono cominciati quando hanno iniziato ad offrire tassi di interesse più elevati ai clienti per evitare di perderli, non essendo ben posizionati per farlo. Per Christopher Whalen, presidente di Whalen Global Advisors, “la Silicon Valley Bank è solo la punta dell’iceberg”. Questa non è l’unica banca che rischia. Anche Silvergate Capital Corp ha dichiarato di voler chiudere mentre le azioni di First Republic Bank di San Francisco sono scese del 17%.

Aggiornamento: Silicon Valley Bank è stata chiusa dalle autorità statunitensi, che hanno preso il controllo dei depositi. Lo ha annunciato la Federal Deposit Insurance Corporation, un’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti che fornisce un’assicurazione sui depositi. È stato il California Department of Financial protection and Innovation a chiudere SVB.

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