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I jet polacchi all’Ucraina sono uno spartiacque politico

Dopo la concessione dei carri Leopard da parte della Germania, la decisione polacca di inviare quattro (per ora) aerei a Kiev è uno spartiacque nelle politiche di sostegno militare all’Ucraina. Altri Paesi potrebbero seguire l’esempio

La Polonia invierà quattro aerei da guerra Mig-29, diventando il primo Paese Nato a fare una promessa del genere. Il presidente Andrzej Duda ha detto giovedì che gli aerei verranno consegnati nei prossimi giorni, dopo aver effettuato le necessarie manutenzioni.

Il Mig-29 è un aereo da combattimento di produzione sovietica ancora in uso nelle forze armate di una moltitudine Paesi tra cui le stesse Russia e Ucraina. Quattro aerei non avranno di certo un impatto sull’andamento delle operazioni, ma la decisione polacca segna uno spartiacque politico molto importante. Fino ad oggi nessun Paese, nemmeno gli Stati Uniti né il Regno Unito, ha mai parlato di inviare nel breve periodo assetti militari di questo genere.

La questione degli aiuti militari all’Ucraina è cominciata verso la fine del 2021 quando la Russia cominciava ad ammassare un significativo numero di truppe al confine. All’epoca praticamente nessun governo europeo pensava di inviare armi, soprattutto nel timore che Mosca avrebbe visto una mossa del genere come una provocazione. Oltre alla paura che quegli armamenti sarebbero finiti in mano russa nell’eventualità di un’invasione. Come conseguenza, le prime consegne consistevano essenzialmente in armi adatte ad un’insurrezione contro una potenza occupante.

Le cose sono cambiate già dopo il primo mese di guerra. Il ritiro delle forze russe dall’offensiva su Kyiv e la faticosa avanzata russa nel sud e nell’est del Paese hanno convinto una coalizione di 50 governi a inviare  armi più sofisticate tra cui i famosi Himars, artiglieria, sistemi di difesa aerea e, dal 2023, carri armati moderni (questi ancora da consegnare).

Il governo di Volodymyr Zelensky ha sempre chiesto aerei da combattimento, già dall’inizio dell’invasione. E ne ha fatto il punto principale della sua visita di febbraio a Londra, Parigi e Bruxelles. Rishi Sunak e Emmanuel Macron hanno preferito rimanere sul vago, sostenendo che l’Ucraina potrebbe ricevere jet, ma non nel breve periodo.

In questo senso la decisione polacca è importante, perché potrebbe invogliare altri paesi a seguire l’esempio di Varsavia. Già la Slovacchia ha recentemente espresso la propria volontà di consegnare a Kiev la propria flotta di epoca sovietica, anche se Kiev spera di ottenere i moderni jet statunitensi, inglesi e francesi.

La Polonia è tra i maggiori donatori di rifornimenti militari a Kiev, dopo Usa e Regno Unito ed è il Paese che ha fatto più pressioni sulla Germania perché desse il via libera sulla consegna dei carri Leopard. Questo forte sostegno all’Ucraina riflette le preoccupazioni di Varsavia per una Russia che possa risorgere ponendo nuovamente una minaccia ai confini.



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