L’episodio marca un serio innalzamento delle tensioni tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti. Se la pratica degli “ostaggi di Stato” per negoziare scambi di prigionieri è tipica di Mosca, questo fenomeno non toccava i corrispondenti esteri da parecchi anni. Il giornalista stava lavorando sul famigerato gruppo mercenario Wagner
Il tribunale Lefortovo di Mosca ha convalidato l’arresto del giornalista statunitense del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. L’Fsb, il servizio di intelligence russo, ha fatto sapere che Gershkovic “su istruzioni degli Stati Uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, che costituiscono un segreto di Stato”. Il giornalista sarebbe stato arrestato nella città di Yekaterinburg. Il giornale statunitense ha negato “con forza le accuse dell’Fsb e chiede l’immediato rilascio del nostro fidato e zelante reporter”. Al momento l’ambasciata Usa a Mosca non ha rilasciato commenti sul caso.
Il giornalista lavorava per il The Journal of Moscow dal gennaio 2022 ed era stato inviato in Russia per Agence France-Presse e The Moscow Times e stava indagando sulle attività del tristemente famoso gruppo paramilitare Wagner. L’arresto di un reporter estero per spionaggio è una faccenda che non si vedeva in Russia da diversi anni e, dunque, segna una significativa escalation delle ostilità di Mosca verso le testate straniere. Diversi giornali anglosassoni hanno ridotto le proprie attività nel Paese dopo che il legislatore russo ha avviato una stretta sul mondo dell’informazione in seguito all’invasione dell’Ucraina.
I processi per spionaggio in Russia durano normalmente qualche mese e sono condotti in segreto. Gershkovic rischia una condanna fino a vent’anni di carcere e ora il tribunale ha disposto gli arresti fino al 29 maggio. Non si sono quasi mai visti verdetti di assoluzione per questo tipo di reati, ma invece ci sono numerosi esempi di tentativi di scambio di prigionieri successivamente alla sentenza. Ultimo caso eclatante è stato quello della star dell’Nba americana Brittney Griner, il cui caso legato al possesso di stupefacenti è culminato in uno scambio di prigionieri. Dopo mesi di negoziato, Washington ha liberato Viktor Bout, un trafficante di armi russo detenuto negli Usa.
Nel 2019 la Russia ha liberato un uomo norvegese condannato per spionaggio in cambio di due spie russe detenute in Lituania, per citare un altro esempio. Oppure il caso di Paul Whelan, il marine americano detenuto con accuse sempre di spionaggio che è ancora al centro di negoziati.
L’episodio di oggi è particolarmente grave. Un conto è arrestare personale militare o ex militare, ma i giornalisti hanno sempre ricevuto l’accredito del ministero degli Esteri russo, anche dopo l’invasione e hanno potuto lavorare in maniera relativamente libera. Questo episodio segna una grossa crisi tra le autorità politiche russe e quelle anglosassoni.
Nel settembre 2022 Formiche.net aveva raccontato come il fenomeno degli “ostaggi di Stato” di cittadini statunitensi fosse in aumento e di come l’inviato speciale degli Usa per gli ostaggi, il veterano Roger Carstens, sia uno dei pochi membri dell’amministrazione Trump confermati da Biden.