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Quei moderati alla Vanzina raccontati da Galli della Loggia. Ecco chi sono davvero

“C’è una vulgata storica che tende a rappresentare i moderati italiani come i personaggi dei film di Vanzina, dimenticando l’enorme contributo dato all’Italia dalla cultura di destra”. Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del Tg1, scrittore e conoscitore del mondo conservatore, non ha apprezzato troppo l’editoriale dedicato alla “solitudine dei moderati” scritto oggi da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera. E in una conversazione con Formiche.net spiega il perché, analizzando passato, presente e futuro del centro-destra italiano.

Sangiuliano, che cosa non l’ha convinta dell’editoriale di Galli della Loggia?

È una liquidazione banale di una linea di pensiero che parte da Niccolò Machiavelli, attraversa Giambattista Vico, Giovanni Gentile e lo stesso Benedetto Croce, parliamo dell’idealismo italiano. Una linea di pensiero di destra che Galli della Loggia dovrebbe conoscere, per non parlare di tutto il dopoguerra attorno ad Augusto Del Noce, Leo Longanesi, Giovannino Guareschi. Solo per fare alcuni esempi del contributo dato da questa cultura al Paese, nel 1910 Giuseppe Prezzolini e Ardengo Soffici organizzarono la prima mostra degli impressionisti in Italia portando sulle loro spalle i quadri di Matisse, Cezanne, Van Gogh e altri e furono attaccati dalla sinistra che ironizzò: “Questa sarebbe la cultura di destra”. Tutti noi ora riconosciamo la loro grandezza. E ancora, negli anni Settanta, un piccolo editore napoletano, Pietro Golia, stampò i primi libri di Louis Ferdinand Celine. Oggi tutti quanti lo celebrano. Anche il premio Nobel Luigi Pirandello si autodefinì “scrittore di destra” e chiese di essere seppellito con la camicia nera. Tutta questa è storia e non va dimenticata.

Converrà però che in questo momento c’è una crisi di rappresentanza per i moderati?

Galli della Loggia ha ragione sull’inadeguatezza del ceto politico di centro-destra italiano, fatte alcune eccezioni, rispetto alla qualità del popolo di centro-destra. C’è tanta gente che va a teatro, legge, ragiona, ama il cinema, colleziona l’arte mentre la classe politica, quella sì, è da fratelli Vanzina.

Una classe politica “da Twiga”, per dirla con il cinguettio di Maurizio Gasparri…

Sì, una classe da Twiga e Billionaire. Ma il popolo dei moderati no, non c’entra niente con quel mondo. Anche su Alcide De Gasperi vennero scritte pagine feroci, venne denigrato perché moderato.

Serve una nuova casa per i moderati?

Sì, è necessaria perché in Italia i moderati sono la maggioranza, circa il 65% della compagine elettorale. Nel ’93 Occhetto pensò che con l’arresto giudiziario del vecchio pentapartito, tutti gli elettori diventassero di sinistra. Sappiamo che non andò così. Ora bisogna trovare un’adeguata rappresentanza come nel passato è stato fatto con De Gasperi, Fanfani, Almirante, una classe dirigente all’altezza del moderatismo italiano. Prezzolini diceva: “Il progressista è l’uomo del domani. Il conservatore è l’uomo del dopodomani”.

Vede leader all’orizzonte a riguardo?

Il problema non è la leadership ma l’organizzazione. Il problema del centro-destra è che in questi anni si è concentrato troppo su un partito personalistico.

Galli della Loggia dà per certo l’imminente tramonto di Silvio Berlusconi. E’ davvero così?

Penso che tutta la classe politica sia fatta di cicli storici. Lo abbiamo visto in Gran Bretagna con Margaret Thatcher, in Germania con Helmut Kohl, in Spagna con José Maria Aznar. Quello che tiene in vita Berlusconi sono i suoi avversari. Se non fosse stato un “massacrato”, avrebbe lui stesso costruito una prospettiva di successione, anche tenendo conto della sua età. È l’ingiustizia del massacro che lo tiene politicamente in vita.

Nel futuro del centro-destra italiano, ritiene possibile una “Forza Italia Futura”, come prospettato su Formiche.net?

Io credo nell’articolazione del fronte moderato, in un modello tedesco con una sorta di Csu alleata con il centro. Ma la destra deve avere una sua autonomia. Per questo a mio avviso era meglio la dicotomia Forza Italia e An piuttosto che il Pdl.

L’Udc può far parte di questa nuova casa? Pier Ferdinando Casini ha fatto giorni fa un’apertura in merito.

Casini è di quei moderati che vivono in soggezione dell’egemonia culturale della sinistra. Vorrebbe stare con i moderati, come fece il suo maestro Forlani, ma non ha il coraggio. Ha gettato alle ortiche la possibile leadership del centro-destra. Forse ha un’ultima possibilità ma deve fare presto e tagliare i ponti con la sinistra.

Galli Della Loggia riserva una stoccata molto dura per Mario Monti e i “modernissimi intelligentoni” di Scelta Civica. Qual è il suo giudizio?

Monti è solo un’espressione dei poteri forti, non ha cultura politica, non conosce la storia né la filosofia. E’ un ragioniere.

 

 



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