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Giocare da grandi. Tre anni di rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico

La tavola rotonda, organizzata da Formiche in collaborazione con IGT e SWG al fine di analizzare l’attività di ricerca svolta nell’ultimo triennio dall’Osservatorio sul gioco pubblico, ha evidenziato la necessità di aprire una nuova stagione per la regolamentazione del settore

Più ordine nella regolamentazione del gioco pubblico: se da una parte il settore è considerato rilevante per le casse dello Stato, dall’altra soffre i limiti di una governance frammentata che comporta sovrapposizioni, perdite economiche per l’indotto e problemi reputazionali. Questi ed altri gli spunti emersi in occasione della tavola rotonda “Giocare da grandi. Tre anni di rilevazioni dell’osservatorio sul gioco pubblico”, l’appuntamento organizzato da Formiche in collaborazione con IGT e SWG con l’obiettivo di analizzare l’attività di ricerca svolta nell’ultimo triennio dall’Osservatorio promosso dal centro di ricerca.

I dati per un “gioco buono”
Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico hanno evidenziato miglioramenti nella percezione del settore. Nel 2022 il 76% del campione intervistato si è detto favorevole a punire severamente i centri e i siti di gioco illegale invece di rendere illegale ogni forma di gioco con vincita in denaro. Nei due anni precedenti, il 74% del campione aveva mostrato convergenze sulla stessa affermazione. Nel 2022 resta vivo il sentimento contrario rispetto alla diffusione della dipendenza patologica da gioco. Dovendosi esprimere su una scala da 1 a 10, il focus group attribuisce principalmente la massima responsabilità di tale diffusione ai giocatori (44%) e allo Stato (41%). In misura minore a concessionari (32%), mass media (22%), rivenditori (14%) e familiari o amici (12%). Una visione dipesa dalle scelte operate dal legislatore negli ultimi anni, che hanno sostenuto a livello nazionale l’attività redditizia del gioco pubblico mentre veniva demonizzato dalle amministrazioni regionali e locali. Da qui, le perplessità degli intervistati tra gli addetti ai lavori: “Dal Governo vorrei maggiore considerazione. Non guardarci come il male del Paese, ma come imprenditori, che fanno un lavoro onestissimo. Diamo lavoro a tante persone. Ho 11 dipendenti … Lo Stato ci dovrebbe prendere un po’ più in considerazione e soprattutto perché noi versiamo tanto nelle sue tasche…”. E ancora: “Il bisogno è, assolutamente, quello di una stabilità regolamentare, concessoria, gestionale dei punti vendita. Questa stabilità comporta anche la possibilità di avere una gestione economico finanziaria pianificabile, non isterica com’è successo negli ultimi anni”.

Il dibattito   
Dopo la presentazione delle rilevazioni, l’incontro è proseguito con gli interventi di esperti e rappresentanti del Parlamento che hanno evidenziato la necessità di aprire ad una nuova stagione per il mondo del gioco. Lo Stato, infatti, deve garantire regole certe e per questo sarà necessaria la sua centralità nella regolamentazione del settore. Tutti i partecipanti hanno concordato nel dire che in questo scenario frastagliato di disposizioni impartite da più livelli di governo, la soluzione va ricercata nell’individuazione di competenze chiare per il legislatore sia a livello nazionale che locale, affinché la produzione normativa resti al riparo da ambiguità figlie della frammentazione legislativa. L’occasione della delega fiscale è in questo momento accolta con favore perché rappresenta l’intenzione forte del governo di disciplinare il settore e di fornire un quadro regolatorio certo. D’altronde in assenza di un quadro normativo uniforme, l’unico istituto attraverso cui garantire il rapporto concessorio diventa quello della proroga. Anche il gioco d’azzardo patologico è un tema fondamentale che però va considerato con approcci diversi, dal momento che con la tecnologia e la crescita del gioco online le misure attuali sono ormai diventate obsolete.

Lo Stato deve dunque esercitare il suo ruolo centrale, promuovendo un modello regolatorio che riesca a garantire i propri interessi, il diritto dei cittadini a un gioco “buono” e garantendo la tutela della salute pubblica e il divieto di gioco minorile.

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