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Cosa hanno deciso i ministri degli Esteri al G7 giapponese

All’incontro non è stato fatto nessun riferimento alla posizione della Cina sulla guerra in Ucraina. È stato però il ministro degli esteri francese, Catherine Colonna, dopo le parole controverse del presidente Macron sulla questione Taiwan, a invitare la Cina ad assumere un ruolo da “grande potenza responsabile”, in un’intervista a “Kyodo News”. I bilaterali di Tajani e la questione nucleare

“Il mondo naviga in gravi minacce al sistema internazionale, compresa l’aggressione della Russia all’Ucraina. Siamo uniti”. Dal G7 in Giappone segnali d’intesa a sostegno dell’ordine internazionale libero e aperto, guidato dalle Nazioni Unite. Tra domenica 16 e martedì 18 aprile è andato in scena il meeting dei ministri degli esteri del G7, antipasto del summit che ne riunirà i leader a Hiroshima dal 19 al 21 maggio. A Karuizawa, tra il paesaggio montano e le fonti termali della regione giapponese del Nagano, i capi delle diplomazie delle sette maggiori economie democratiche hanno ribadito fermo supporto all’Ucraina e cooperazione nell’affrontare le maggiori sfide globali, dalle minacce di Russia e Corea del Nord alla questione Taiwan, passando i tumulti in Africa.

Si sono seduti ai tavoli i rappresentanti diplomatici di Italia, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Canada e Unione Europea. Per l’Italia presente il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Assente dopo il contagio da coronavirus il capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell, sostituito dal vice segretario generale per gli affari politici dell’Eeas Enrique Mora.

GUERRA IN UCRAINA

L’invasione russa dell’Ucraina rimane il tema cardine nelle relazioni globali, e ha occupato gran parte delle discussioni tra i capi diplomatici. Nel documento congiunto che ha concluso i tre giorni di ministeriale, i rappresentanti del G7 si sono accordati per punire chi aggira le sanzioni o fornisce armi alla Russia. È stato chiamato direttamente in causa l’Iran, i cui droni sorvolano i campi di battaglia ucraini. Restano poi congelati gli asset russi, e viene riaffermato il sostegno totale agli sforzi di Zelensky per una pace duratura.

Il G7 si propone poi di impegnarsi per la ricostruzione del paese e per un processo internazionale che punisca i crimini di guerra commessi dall’esercito di Putin. Come riporta il Ministero degli Affari Esteri giapponese, durante la sessione sulla situazione in Ucraina, il ministro Yoshimasa Hayashi ha anche sottolineato la necessità di rafforzare i rapporti con i paesi del Sud Globale, spesso restii a condannare l’invasione o a interrompere le relazioni con Mosca.

INDO PACIFICO

L’Indo Pacifico deve rimanere libero e aperto, basato su diritti umani e sovranità territoriale. Questi i principi condivisi dai i ministri degli esteri per una situazione di “pace e stabilità nello stretto di Taiwan”, considerata “un elemento indispensabile per la sicurezza e la prosperità dell’ordine internazionale” scrivono nel comunicato. “Ci opponiamo fortemente a ogni tentativo di cambiare lo status quo con forza o coercizione”, hanno dichiarato i ministri dopo le recenti tensioni diplomatiche e militari tra la Cina e l’isola. Non cambia la posizione del forum sulla politica ‘Unica Cina’, ma Taiwan è un “partner” della comunità internazionale, e invitata a partecipare in organizzazioni come l’Oms. Per la prosperità dell’Indo-Pacifico, il G7 coopererà con India, Asean e le micro-isole del Pacifico, alcune delle quali sono recentemente passate dal riconoscimento di Taiwan al sostegno a Pechino.

CINA

All’incontro non è stato fatto nessun riferimento alla posizione della Cina sulla guerra in Ucraina. È stato però il ministro degli esteri francese, Catherine Colonna, dopo le parole controverse del presidente Macron sulla questione Taiwan, a invitare la Cina ad assumere un ruolo da “grande potenza responsabile”, in un’intervista a Kyodo News. Il concetto è stato adottato dai ministri nella dichiarazione finale. Taiwan non è l’unica situazione cinese a preoccupare i membri del G7, che hanno ribadito le condanne alla militarizzazione nel Mar Cinese e alle violazioni dei diritti nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong. “Riconosciamo la necessità di lavorare assieme alla Cina sui problemi globali e gli interessi comuni”, hanno scritto il segretario di stato americano Antony Blinken e colleghi.

ARMI NUCLEARI

Le armi nucleari sono state al centro dell’ultima sessione del ministeriale, con i capi diplomatici fermi nel condannarne la proliferazione nei diversi angoli del mondo. Ha fatto da guida l’‘Hiroshima Action Plan’, un’iniziativa globale di disarmo presentata in occasione di questo G-7 dal Giappone. “La retorica nucleare irresponsabile della Russia, la presa e militarizzazione della centrale di Zaporizhzhya e le sue minacce di dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia sono inaccettabili. Ogni utilizzo avrà conseguenze severe” hanno concordato i ministri.

Gli otto partecipanti si impegneranno inoltre perché l’Iran non raggiunga la capacità di sviluppare armi nucleari, e hanno condannato il lancio di missili balistici da parte della Corea del Nord, l’ultimo dei quali ha provocato un allarme nel nord del Giappone lo scorso 13 Aprile. A questa lista dei cattivi il G7 ha aggiunto la Cina, invitando Pechino a un’immediata discussione strategica di riduzione di rischi con gli Stati Uniti, riguardo l’arsenale nucleare cinese sempre più in crescita.

I BILATERALI DI TAJANI

Il capo della Farnesina ha incontrato domenica 16 aprile il corrispettivo giapponese Hayashi. “Sintonia su temi internazionali, cooperazione nel campo industriale, della difesa e culturale. L’Italia sarà sempre più presente nell’Indo-Pacifico, il Giappone è nostro alleato strategico nella regione” ha twittato Tajani. Hayashi ha ricordato l’importanza delle relazioni tra i due paesi, recentemente divenuti partner strategici e presidenti dei prossimi due G7, spiega il Ministero degli Affari Esteri giapponese. Il ministro ha ricordato a Tajani l’importanza dell’accordo GCAP per la cooperazione nel settore della difesa. Si è poi parlato delle preoccupazioni comuni in Asia, dai rapporti con la Cina, alla risposta ai missili balistici della Corea del Nord. “Ho guidato il dibattito sull’Africa, lavoriamo per la stabilità della Tunisia e del Sudan. Particolare focus sull’immigrazione” ha twittato Tajani a conclusione del summit.

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