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La sinistra a 5 Stelle bombarda già il Pd sulla Siria

Mentre è già partito il countdown per un attacco militare in Siria, si parla della notte tra giovedì e venerdì sebbene Barack Obama ufficialmente non abbia ancora deciso, anche in Italia il clima si surriscalda sulla questione.

La linea del governo l’ha esposta il ministro degli Esteri Emma Bonino ieri in audizione: “L’Italia non parteciperà ad alcun intervento militare in Siria al di fuori dell’autorizzazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Insomma, senza l’avvallo dell’Onu, il Paese si chiama fuori, anche se Enrico Letta ieri in un colloquio con il premier britannico David Cameron ha definito “intollerabile” l’uso di armi chimiche da parte di Damasco.

Una posizione condivisa dal Pd e Pdl, ma che invece sembra non convincere la sinistra più a sinistra del Pd. Lo si comprende dall’appello lanciato ieri su Change.org e firmato, tra gli altri, da Maso Notarianni, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Fiorella Mannoia. La petizione è indirizzata all’esecutivo e chiede un no alla guerra “chiunque decida di farla”. Come dire, con o senza l’ok della Nazione Unite, il paletto imprescindibile invece secondo Enrico Letta, poco cambia: l’Italia non dovrà prendere parte all’attacco. Perché, scrivono i promotori, “la situazione in Siria è drammatica, ma un intervento militare non servirà a pacificare il Paese. L’ultimo decennio ha mostrato che le guerre alimentano ed esasperano violenza e fondamentalismi di ogni tipo”.

Anche il M5S sembra allinearsi alla condanna senza se e senza ma dell’intervento. Ieri sul blog di Beppe Grillo, il giornalista Mario Albanesi ha insultato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama per il suo atteggiamento nei confronti della questione siriana: “Premio Nobel per la Pace — ridicolo! — questo nero ben felice di servire l’uomo bianco”.

E anche se Sel ha accolto positivamente le parole di Emma Bonino, il suo no a un intervento militare sembra prescindere dall’eventuale via libera delle Nazioni Unite. Nella nota diffusa ieri, il partito chiede inoltre che in caso di attacco “non venga offerto alcun supporto logistico indiretto, a partire dall’eventuale uso delle basi e dal diritto di sorvolo”.

 



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