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Una telecamera su una forca. L’intimidazione iraniana a Roma

Quartapelle (Pd) critica l’ambasciata iraniana per il messaggio rivolto a chi manifesta e chiede al governo Meloni di farsi sentire. Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: “Si convochi l’ambasciatore”. Il precedente della “personale indignazione” di Mattarella per le brutali repressioni del regime di Teheran

L’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. A denunciarlo è Lia Quartapelle, deputata dal Partito democratico e vicepresidente della commissione Esteri della Camera, parlando di “chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dalla ambasciata” e auspicando che “il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili”. Quartapelle presenterà un’interpellanza urgente al governo.

“Una provocazione inaudita che rispediamo al mittente con determinazione”, ha scritto Pina Picierno, collega di partito di Quartapelle e vicepresidente del Parlamento europeo. “Si convochi immediatamente l’ambasciatore e si demolisca questo orrore”, ha aggiunto.

Secondo fonti informate citate da Ansa, però, non si tratta di una installazione recente. Anzi, la telecamera sarebbe lì da anni e non ci sarebbe alcun intento intimidatorio. “La telecamera di sorveglianza davanti all’ambasciata iraniana è montata su quel palo da diversi anni come si evince anche da una ricerca su Google maps e la stessa ambasciata ha confermato ai diplomatici italiani che si sono interessati al caso”. Secondo Repubblica, i funzionari dell’ambasciata hanno sottolineato come l’edificio sia dotato di un sistema di sorveglianza a circuito chiuso come tutte le sedi diplomatiche, “tutti i negozi, gli ospedali e persino le case private dispongono di telecamere a circuito chiuso per mantenere la loro sicurezza. Spero che non venga mai prestata attenzione a queste bugie”. Ma il quotidiano romano sottolinea come quella contro cui viene puntato il dito “non appare posizionata come le altre”. Su Twitter, anche il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury ha denunciato il fatto: “Un’intimidazione verso chi protesta dall’altro lato della strada, una provocatoria ostentazione di un terribile strumento di repressione”.

“Verificheremo meglio se è una normale o un’improvvisata impalcatura o una cosa diversa come sostiene l’onorevole Quartapelle e poi prenderemo le nostre decisioni”, ha dichiarato Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. “Certo è singolare che il Pd che ha fatto gli accordi ed è stato leader nelle aperture all’Iran oggi si agiti. Noi non solo all’opposizione ma anche al governo siamo stati chiari come nessuno mai nel condannare il regime”, ha aggiunto.

Spiegando che quelle telecamere “sono state progettate e realizzate da tecnici italiani almeno dieci anni fa e installate all’ingresso”, l’ambasciata iraniana a Roma ha attaccato Quartapelle scrivendo che “solo una mente malata può fraintendere le cose circostanti in questo modo”.

Da inizio anno l’ambasciata iraniana a Roma è guidata da Mohammad Reza Sabouri (qui il suo profilo). A gennaio, in occasione presentazione delle lettere credenziali, il Quirinale aveva diffuso una nota parlando di un “breve colloquio” in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva “espresso la ferma condanna della Repubblica Italiana e la sua personale indignazione per la brutale repressione delle manifestazioni e per le condanne a morte e l’esecuzione di molti dimostranti”. Come notato su Formiche.net, non si ricorda un’altra occasione in cui il Capo dello Stato abbia comunicato “la sua personale indignazione”. Mattarella aveva “sollecitato” l’ambasciatore a “rappresentare” alle autorità iraniane “l’urgenza di porre immediatamente fine alle violenze rivolte contro la popolazione. Il rispetto con cui l’Italia guarda ai partner internazionali e ai loro ordinamenti trova un limite invalicabile nei principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, si sottolineava ancora nella nota del Quirinale.



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