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Arrivano i dollari per il pharma Made in Italy. L’annuncio di Msd

Di Elisabetta Gramolini

Al Mimit presentato il progetto di investimento da 200 milioni di dollari della multinazionale americana Msd nell’italiana Bsp pharmaceuticals, impegnata nella produzione di farmaci antitumorali. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è solo il primo di altri accordi che guardano all’Italia

Il vento degli investimenti stranieri ha cambiato direzione e pare punti sulla farmaceutica italiana. La multinazionale americana Msd è pronta a investire 200 milioni di dollari nel nostro Paese, attraverso un piano decennale che ha l’obiettivo di accelerare la ricerca e lo sviluppo nell’area oncologica. L’investimento vedrà la luce in una partnership, fra il colosso statunitense e l’italiana Bsp pharmaceuticals, impegnata nella produzione di farmaci antitumorali nello stabilimento di Latina. I dettagli dell’accordo sono stati presentati stamattina a Roma, dai rappresentanti delle due aziende, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del titolare alla Salute, Orazio Schillaci, del Chargé d’Affaires ad interim. U. S. Embassy, Shawn Crowley, e del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

SETTORE STRATEGICO

Di segnale importante, perché mostra come il sistema produttivo nazionale stia crescendo, parla Urso, che collega il risultato raggiunto al lavoro dal tavolo per la farmaceutica e il biomedicale istituito a marzo. “Oggi – afferma – il settore fa parte in maniera legittima della sfera dei settori sottoposti alla sicurezza nazionale, in Italia come negli Stati Uniti. Penso che in questo quadro, mentre i grandi operatori internazionali stanno cambiando i loro progetti di investimento, per accorciare le filiere produttive e garantire l’autonomia produttiva, l’Italia possa diventare la sede privilegiata dove investire. Di questo parlerò anche domani a Washington, dove presenterò i progetti per l’attrazione di investimenti stranieri nel nostro Paese, a cominciare ovviamente da quelli degli Stati Uniti”. Fra gli intenti dell’esecutivo, c’è anche quello di riformare il sistema delle fondazioni di ricerca, al fine di “dotare le imprese che vogliono investire in Italia di un supporto pubblico, una regia chiara, che mette insieme le università, i centri di ricerca e le società”.

NUOVI INVESTIMENTI

Per il titolare del Mimit, l’accordo con la multinazionale Msd sarà seguito da altri: “Dagli incontri che ho avuto in questi mesi – sostiene – ho la percezione che le principali imprese internazionali nel settore farmaceutico e biomedicale stanno guardando proprio all’Italia e al suo ecosistema per indirizzare i loro investimenti, anche alla luce delle condizioni diverse sul piano geopolitico e geoeconomico di cui tutti abbiamo dovuto prendere atto fin dai primi giorni della pandemia, quando si sono interrotte le catene di approvvigionamento che hanno riguardato la produzione di medicinali”.

LE PAROLE DI CROWLEY

“Investendo in impianti di produzione o collaborando con aziende di produzione conto terzi in Italia, le aziende farmaceutiche americane contribuiscono alla economia e alla competitività dell’Italia nel mondo”, ha detto l’incaricato d’Affari Crowley durante la conferenza stampa.

NODO MATERIE PRIME

L’emergenza globale dovuta al Covid-19 ha reso evidente infatti la dipendenza che il nostro Paese mantiene dai principi attivi e dalle materie prime provenienti da Cina e India: “Nel provvedimento – aggiunge il ministro – che porterò oggi in Consiglio dei ministri, la legge quadro sul made in Italy, affronteremo anche la tematica delle risorse necessarie per l’approvvigionamento delle materie prime che servono alle imprese, tramite il fondo sovrano del made in Italy”. A breve, “realizzeremo un provvedimento sulle materie prime critiche, che seguirà il report che la Commissione presenterà al consiglio d’Europa a fine giugno, per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi molto ambiziosi riguardo alle materie che servono alla realizzazione dei prodotti nel nostro continente e a liberarci da ogni dipendenza”.

IN CRESCITA RISPETTO AGLI ALTRI

“Nei primi tre mesi di quest’anno – ricorda Urso – l’Italia in termini di Pil è cresciuta dello 0,6% mentre qualche mese fa le agenzie di rating internazionali prevedevano la nostra entrata in recessione. Siamo cresciuti – sottolinea – a fronte dei Paesi dell’euro che sono cresciuti nel complesso dello 0,1%. In particolare, la Francia è cresciuta solo dello 0,2% e la Germania invece ha certificato la recessione. L’Italia è il Paese che cresce di più fra le grandi potenze occidentali, cioè Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti. Questo è un segnale di vitalità del nostro sistema imprenditoriale e per questo dobbiamo dare più fiducia, con il disegno di legge del made in Italy e con i provvedimenti che sono già all’attenzione del Parlamento”.

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